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Le malattie renali: “Raddoppiato il numero dei malati. È una vera e propria epidemia”

In un articolo apparso su Quotidiano della Sanità link il dr. Antonio Santoro, Presidente della Società Italiana di Nefrologia, lancia un vero e proprio allarme: “Prendendo in considerazione la rilevanza epidemiologica, la gravità, l’invalidità, il peso assistenziale ed economico, la difficoltà di diagnosi e di accesso alle cure, le malattie renali si collocano al primo posto. Si tratta di una vera e propria emergenza”.

In Italia si muore soprattutto di malattie croniche: questo è il dato pubblicato recentemente da The Lancet (agosto 2015) che prende a riferimento il rapporto Global Burden of Disease Study 2013. Pressione arteriosa alta, obesità, fumo, diabete e insufficienza renale, sono le prime cause che determinano la morte.

Ipertensione, sovrappeso, diabete, fumo e stili di vita sedentari inoltre peggiorano anche la ‘salute’ del rene. Rispetto al 1990, è più che raddoppiato il numero di coloro che si ammalano e muoiono in conseguenza di malattie renali croniche (MRC).

Fattori di rischio che sarebbero prevenibili e la loro prevenzione potrebbe contribuire a ridurre in modo significativo la morbidità e la mortalità dovuta a malattie cardiovascolari e renali croniche.

A breve il Ministero della Salute renderà pubblico il Piano Nazionale della Cronicità (PNC), che, come spiega il dr. Santoro, contiene impegni ed obiettivi per monitorare la rilevanza epidemiologica, la gravità, l’invalidità, il peso assistenziale ed economico, la difficoltà di diagnosi e di accesso alle cure: al primo posto le malattie renali croniche e l’insufficienza renale. “Si tratta di una vera e propria emergenza”

“Prevenzione, ricerca e cultura per accrescere le donazioni di organi e il numero dei trapianti” dichiara Valentina Paris, Presidente dell’Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto. “Il nostro auspicio è che quanto sembra essere previsto dal Piano Nazionale della Cronicità possa essere davvero un passo in avanti in questa direzione”.

Fonte articolo: sito web Quotidiano Sanità