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Primary Nursing a Biella: storia di un cambiamento

Tutto è cominciato per l’interesse comune della Direzione delle Professioni sanitarie di Biella e dell’Associazione CESPI a costruire un percorso di operativo per lo sviluppo del Primary Nursing, un modello assistenziale teso sia a risultati di qualità, sia allo sviluppo delle competenze professionali.

Obiettivo: aumentare la soddisfazione dei pazienti e dei familiari perché meglio informati e più coinvolti nel percorso di cura, degli infermieri perché più responsabilizzati, migliorare la relazione e valorizzare le competenze, sviluppare la collaborazione tra i membri dell’equipe e la rete dei servizi e una governance efficace e misurabile.

 

La Carta etica

Traguardi espressi anche nei contenuti della Carta etica dell’azienda sanitaria di Biella e che sono stati motore del cambiamento realizzato in più fasi, dai primi mesi del 2013, con la formazione/informazione dei professionisti coinvolti, seguita dalla definizione e implementazione di strategie di applicazione e consolidamento del modello nei diversi ambiti operativi.

Il Primary Nursing, che nasce e si sviluppa con successo negli Usa, all’University of Minnesota Hospital, negli anni ’60, prevede infatti che un singolo infermiere/a sia responsabile dell’erogazione, qualità e appropriatezza dell’assistenza per tutta la durata della degenza di un paziente.

A connotare questo modello sono quattro elementi costitutivi: l’attribuzione di responsabilità, l’assegnazione dell’assistenza secondo il metodo dei casi, la comunicazione diretta da persona a persona, la presenza di una persona operativamente responsabile della qualità dell’assistenza erogata.

 

I risultati

Dall’assistenza di “ieri” quindi, basata prevalentemente su un modello funzionale, al primary nursing di “oggi” in cui l’85% delle persone assistite in degenza ordinaria a Biella, sono prese in carico da un infermiere Primary di riferimento entro le 48 h, mentre oltre il 90%  in regime di Day Hospital, Day Surgery o assistenza territoriale vengono prese in carico al primo contatto.

Sono ancora molti gli spazi di miglioramento sia per il raggiungimento del 100% della presa in carico, sia per il miglioramento continuo della qualità dell’assistenza infermieristica ma cambiare si può: con un’organizzazione centrata sulla persona, puntando sulla responsabilizzazione e il coinvolgimento di tutti e guardando all’appropriatezza come criterio di valutazione dell’assistenza erogata.

Fonte: sito web FNC Ipasvi