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A tre anni trapiantato con il rene della mamma: Intervento record

A tre anni con un rene nuovo, donato dalla mamma. Un’eccezionale storia di amore e di coraggio raccontata oggi dall’Adnkronos.

A tre anni destinato ad una vita in dialisi, a causa di una displasia renale bilaterale. Ma grazie al trapianto oggi può avere una vita diversa. Il trapianto è stato eseguito al Policlinico di Milano e i medici lo definiscono un intervento “rarissimo”: in Italia, negli ultimi 15 anni, sono state solo 5 le operazioni di questo tipo su bambini così piccoli.

Il bimbo, che oggi sta bene ed è ritornato con i genitori in una città dell’Emilia Romagna, è stato trapiantato il 13 gennaio scorso. La tecnica innovativa, che ha permesso di riadattare il rene della mamma alle dimensioni del figlio, potrà permettere ad altri bimbi di arrivare prima al trapianto, e di accorciare le liste di attesa.

Il problema delle dimensioni dell’organo, è di fatto uno dei più grossi ostacoli nella donazione tra adulti e bambini poiché, spiega il Prof. Giovanni Montini, direttore della Nefrologia pediatrica del Policlinico: “la lista d’attesa per un trapianto da cadavere è lunga perché la disponibilità di donatori deceduti di età pediatrica è scarsa”.

Per il piccolo paziente un donatore esisteva, ed era la madre, ma il problema della grandezza dell’organo ostacolava l’intervento.

E’ a questo punto che gli esperti del Policlinico decidono di tentare una nuova via: modificare la tecnica di intervento per adattare il rene della madre a Simone, con la consapevolezza che un’operazione ben riuscita poteva permettere anche di superare i maggiori rischi.

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“Nel trapianto normale su un bambino – spiega il Prof. Beretta, Direttore dell’unità Operativa di Trapianto di Rene  – il rene viene inserito all’interno del peritoneo, una membrana che aiuta a mantenere gli organi addominali nella loro giusta posizione. Noi abbiamo però scelto di trapiantare il rene al di fuori del peritoneo, in uno spazio più contenuto e ‘obbligato’ che avrebbe permesso di non spostare né modificare il resto dei visceri”. Il rene nuovo, inoltre, è stato collegato al circolo sanguigno mettendolo in comunicazione con l’aorta e la vena cava e non, come avviene normalmente, con i vasi iliaci che si trovano più in basso nel bacino. Per il trapianto, con Beretta e Montini hanno lavorato gli esperti del Nord Italia Transplant, i nefrologi della Pediatria, gli anestesisti, gli infermieri e una psicologa che ha affiancato i genitori.

Questa nuova tecnica apre la strada ad un nuovo modo di procedere, e questo potrebbe anche accorciare l’attesa di tutti quei bimbi in dialisi che aspettano di ricevere un rene nuovo. Operazione che, comunque, “ha bisogno anche del fondamentale supporto umano dei volontari – specifica Montini – come quelli dell’Associazione bambino nefropatico Onlus che, nel caso di Simone così come per tanti altri piccoli pazienti del nostro ospedale, si occupano di assistere il bimbo e la loro famiglia offrendo loro, tra le altre cose, un’assistenza per l’alloggio, ma anche un appoggio umano e personale”.

 

Fonte: Adnkronos