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David Bowie: il figlio pubblica la toccante lettera di un medico scritta per il padre

Di seguito la lettera:

15 jan 2016

“Caro David,

oh no, dimmi che non è vero – mentre la tua morte si stava compiendo in quei grigi e freddi giorni di gennaio, molti di noi stavano svolgendo il loro lavoro quotidiano. All’inizio della settimana ho discusso in ospedale con un paziente arrivato al termine della vita. Abbiamo parlato della tua morte e della tua musica e così facendo abbiamo discusso dei numerosi argomenti che non si sviluppano sempre facilmente con chi è di fronte alla fine della sua vita. Ecco, la tua storia è diventata un modo di comunicare in maniera molto aperta della morte, un tema che spesso medici e infermieri fanno fatica ad affrontare. Ma prima di approfondire ulteriormente questo aspetto, vorrei fare uscire qualche altra cosa dal mio petto e spero che chi la leggerà non la trovi di una noia mortale.

Grazie per gli anni Ottanta quando il tuo album ChangesOneBowie ci ha regalato ore di gioioso ascolto, in particolare in un viaggio da Darmstadt a Colonia e ritorno. I miei amici e io probabilmente assoceremo sempre ‘Diamond Dogs’, ‘Rebel Rebel’, ‘China Girl’ e ‘Golden Years’ a quel particolare momento della nostra vita. Inutile dire che abbiamo vissuto un grande momento a Colonia.

Grazie per Berlino, soprattutto nella fase iniziale, quando le tue canzoni hanno creato lo sfondo musicale a ciò che stava accadendo in Germania Est e in Germania Ovest. Ho ancora ‘Helden’ su vinile e l’ho sentita di nuovo quando ho saputo della tua morte (sarete felici di sapere che ‘Helden’ sarà presentata anche nella nostra prossima Analogue Music Club nel Pilot pub a Penarth a fine mese). Alcuni possono associare David Hasselhoff con la caduta del muro e con la riunificazione; ma molti tedeschi probabilmente vedono il tempo che ha preso una sigaretta e l’ha messa nella bocca del signor Hasselhoff in quel periodo, piuttosto che sentire senza fine alla radio “I’ve been looking for a freedom’”. Per me quel periodo della nostra storia è inciso in ‘Heroes’.

Grazie anche a nome del mio amico Ifan, che è andato ad uno dei tuoi concerti a Cardiff. Sua sorella Haf era sulla porta quella notte e ho sentito che Ifan era riuscito a intrufolarsi gratuitamente (ha chiesto scusa). Tu hai dato a lui e alla sua compagna una emozione dal palco che rimarrà nella loro memoria per sempre.
Grazie per Lazzaro e Blackstar. Io sono un medico che si è dedicato alle cure palliative, e ciò che hai fatto nel tempo attorno alla tua morte ha avuto un profondo effetto su di me e su molte persone con cui lavoro. Il tuo album è costellato di riferimenti, accenni e allusioni. Come sempre, non è sempre facile interpretare, ma forse questo non è il punto. Ho spesso sentito come eri meticoloso nella tua vita. Per me, il fatto che la tua dolce morte a casa sia coincisa così strettamente con l’uscita del tuo album, con il tuo messaggio di saluto, nella mia mente è improbabile che sia stata una coincidenza. Tutto questo è stato attentamente pianificato, per diventare un’opera d’arte sulla morte. Il video di Lazzaro è molto profondo e molte delle scene significano cose diverse per tutti noi, per me significano come affrontare il passato, quando ci si trova di fronte a una morte inevitabile.
La tua morte a casa. Molte persone con cui parlo nel mio lavoro pensano che la morte debba avvenire prevalentemente negli ospedali. In un ambiente fortemente clinicizzato. Io penso che tu abbia scelto di morire a casa e che questa scelta sia stata programmata in dettaglio. Questo è uno dei nostri obiettivi in cure palliative e il fatto che tu lo abbia realizzato può far sì che che anche altri possano vederlo come una buona opzione. Le foto pubblicate alcuni giorni dopo la tua morte, si dice siano state scattate nelle ultime settimane di vita. Io non so se questo è vero, ma sono certo che molti di noi vorrebbero indossare un vestito così ben tagliato nello stesso modo con cui tu lo hai indossato in quelle foto. Tu apparivi grande, come sempre, e questo sembrava sfidare tutti i mostri spaventosi che potevano essere comparsi nelle tue ultime settimane di vita.

Per cercare di controllare i sintomi, hai probabilmente avuto i consigli di professionisti in cure palliative sulla gestione di dolore, nausea, vomito, dispnea, e posso immaginare che loro abbiano agito bene. Immagino che abbiano anche discusso ogni angoscia emotiva che tu potresti avere avuto.

Per la tua pianificazione anticipata delle cure (cioè la pianificazione delle decisioni sulla salute e sulla cura prima del peggioramento e prima di diventare incapace di esprimerla), sono certo che avrai avuto un sacco idee, aspettative, e avrai espresso decisioni e direttive anticipate. Queste possono essere state indicate chiaramente e per iscritto, vicino al tuo letto, in modo che tutti coloro che ti avrebbero incontrato potessero avere ben chiaro quello che desideravi, indipendentemente dalla tua capacità di comunicare. Si tratta di una area di competenze che non riguardano solo i professionisti in cure palliative, ma che tutti gli operatori della salute dovrebbero essere capaci di gestire, cercando di migliorarsi in modo che sia meno probabile che qualsiasi improvviso incidente di salute possa tradursi automaticamente in una luce blu di ambulanza per un ricovero al pronto soccorso. Soprattutto quando le persone diventano incapaci di parlare per se stessi.

E dubito che qualcuno abbia avviato una rianimazione cardiopolmonare (CPR) nelle ultime ore/giorni della tua vita, o abbia anche solo pensato di doverla attuare. Purtroppo, alcuni pazienti che non hanno dato direttive precise quando erano in grado coscientemente di darle ricevono usualmente questi trattamenti. Questi includono talora compressioni spesso con fratture delle ossa del torace, elettroshock, iniezioni e intubazioni delle vie aeree, tutti provvedimenti che possono avere un risultato solo nel 1-2% dei pazienti con cancro disseminato. È probabile che tu abbia discusso con il tuo team di medici sulle direttive di astensione da tentativi di rianimazione cardiopolmonare. Io posso solo pensare ad una discussione su questo tema, ma tu sarai stato ancora una volta un eroe, o un ‘Held?,anche in questa fase di cambiamento delle tua vita.E i professionisti vicini a te avranno avuto consapevolezza e capacità nell’offrirti cure palliative e cure di fine vita. Purtroppo questa parte di competenze, essenziale nella formazione, non è disponibile per i giovani professionisti della salute, sia medici che infermieri, ed è un tema spesso sottovalutato dagli insegnanti. Io penso che se tu tornassi (come fece Lazzaro), tu saresti un forte sostenitore della diffusione a tappeto di un buon training in cure palliative

Ora vorrei tornare alla conversazione che ho avuto con la signora che aveva da poco ricevuto la notizia di essere affetta da un cancro avanzato e che probabilmente non sarebbe vissuta molto più di un anno. Lei ha parlato di te e amava la tua musica, ma per qualche motivo non è stata colpita dal tuo aspetto in ‘Ziggy Stardust’ (lei non era sicura se tu fossi un ragazzo o una ragazza). Anche lei, aveva ricordi di luoghi ed eventi per i quali hai fornito una colonna sonora coinvolgente. E poi abbiamo parlato della buona morte, dei momenti finali e come questi si possono manifestare. E poi abbiamo parlato di cure palliative e come queste possano aiutare. Lei mi ha detto della morte di suo padre, di sua madre, e che voleva essere a casa quando le cose sarebbero progredite, non in una stanza d’ospedale o in un reparto di emergenza, ma che avrebbe accettato volentieri il ricovero in un Hospice locale nel momento in cui i sintomi fossero diventati troppo difficili da essere trattati a casa. Entrambi abbiamo pensato a chi ti era vicino nel momento in cui hai liberato l’ultimo respiro e se qualcuno ti teneva la mano.
Io credo che questo sia stato un angolo di aspettative, molto importante per lei, sui momenti della sua stessa morte, e tu le hai dato la possibilità di esprimere desideri così personali a me, una persona sostanzialmente sconosciuta”.

 

Libera traduzione di Giuliana Nepoti