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Gimbe: “Attenzione ai conflitti di interesse che influenzano le linee guida”

La pratica clinica è spesso influenzata da linee guida che suggeriscono, indirizzano e guidano i professionisti sanitari.

Secondo la definizione dell’Institute of Medicine statunitense, le linee guida sono “raccomandazioni di comportamento clinico, elaborate mediante un processo di revisione sistematica della letteratura e delle opinioni di esperti, con lo scopo di aiutare i professionsiti a decidere le modalità assistenziali più appropriate in specifiche situazioni cliniche.

Da oggi, anche grazie all’intervento della Fondazione GIMBE, la parola d’ordine è trasparenza. Pubblicata infatti la versione italiana dei principi del Guidelines International Network per la disclosure e la gestione dei conflitti di interesse, e ha assegnato una borsa di studio per valutare qualità e trasparenza delle linee guida italiane.

Sono stati analizzati oltre 25 anni di ricerca sulle metodologie di produzione delle linee guida, dimostrando che la loro qualità non è garantita dall’autorevolezza dei produttori, né tantomeno dalla loro legittimazione normativa, ma è strettamente legata al rigore metodologico del processo di elaborazione e a un’adeguata governance dei conflitti di interesse.

gimbe

 

“Consistenti evidenze scientifiche – afferma all’Adnkronos Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione – dimostrano che il processo di produzione delle linee guida per la pratica clinica è ampiamente influenzato da varie tipologie di conflitti di interesse: per garantire integrità e credibilità delle linee guida è indispensabile un approccio sistematico alla loro disclosure e gestione”

Il conflitto di interesse, ricordano gli esperti, può essere di fue tipi:

“In un momento storico in cui le linee guida, oltre che rappresentare standard per guidare le pratiche professionali, si apprestano a orientare anche il contenzioso medico-legale – conclude Cartabellotta – è indispensabile che tutti i produttori di linee guida siano società scientifiche o agenzie governative, applichino rigorose policy per la disclosure e la gestione dei conflitti di interesse economici diretti e indiretti di tutti i componenti del panel” di esperti addetti alla messa a punto delle raccomandazioni.

Il Gin, network che rappresentata 99 organizzazioni che producono linee guida in 49 Paesi, ha di recente elaborato i principi per “una gestione trasparente e giudiziosa” dei conflitti di interesse nella produzione delle linee guida. Gimbe – membro fondatore del Gin – pubblica la versione ufficiale in lingua italiana, con l’obiettivo di “avviare un dibattito costruttivo tra politica, istituzioni, società scientifiche, professionisti e cittadini”.

 

Ecco i principi per portare alla luce e gestire i conflitti di interesse nelle linee guida per la pratica clinica:

1. Le organizzazioni che producono linee guida dovrebbero mettere in campo ogni strategia per evitare di includere membri con conflitti d’interesse economici diretti o indiretti rilevanti.

2. La definizione e la gestione dei conflitti d’interesse dovrebbe essere determinata prima della costituzione del gruppo di sviluppo della linea guida e si applica a tutti i membri, a prescindere dalla disciplina o dalla categoria di stakeholder che rappresentano.

3. Il gruppo di sviluppo dovrebbe utilizzare una modulistica standardizzata per la disclosure dei conflitti d’interesse.

4. Tutti i membri dovrebbero dichiarare pubblicamente i propri conflitti d’interesse economici diretti ed indiretti, che dovrebbero essere facilmente accessibili agli utilizzatori della linea guida.

5. Tutti i membri dovrebbero dichiarare e aggiornare i propri conflitti d’interesse, in caso di variazioni, a ogni riunione e a intervalli regolari

6. I coordinatori dei gruppi non dovrebbero avere conflitti d’interesse economici diretti o indiretti rilevanti. Nel caso in cui l’uno o l’altro siano inevitabili, occorre nominare un co-coordinatore senza conflitti, con il compito di guidare il gruppo di sviluppo della linea guida.

7. Esperti con conoscenze o esperienze specifiche con conflitti d’interesse rilevanti possono partecipare alla discussione su singoli argomenti, ma occorre garantire un adeguato equilibrio delle opinioni.

8. Nessun membro del gruppo, con potere decisionale sulla direzione o sulla forza delle raccomandazioni cliniche dovrebbe avere conflitti d’interesse finanziari diretti.

9. Un comitato di sorveglianza dovrebbe essere responsabile dello sviluppo e implementazione delle policy sui conflitti d’interesse.

 

Fonte: Adnkronos