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Gimbe: “Senza un preciso programma addio al SSN entro il 2025”

La Fondazione Gimbe ha presentato oggi alle Istituzioni presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” il Rapporto sulla sostenibilita” del Servizio Sanitario Nazionale 2016-2025, che sintetizza i risultati di studi, consultazioni e analisi indipendenti condotti dal 2013 nell’ambito della campagna #salviamoSSN.

“L’attuale deriva del Servizio Sanitario Nazionale- esordisce Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe- non consegue a un disegno occulto di smantellamento e privatizzazione, ma alla mancanza di un preciso disegno per salvaguardare una sanita’ pubblica, gia’ sofferente prima della crisi economica, oggi agonizzante per la continua riduzione del finanziamento.

Il Rapporto Gimbe affronta in maniera indipendente e con un prospettiva decennale il tema della sostenibilita’ del Ssn, ripartendo dal suo obiettivo primario, ovvero ”promuovere, mantenere e recuperare la salute delle persone”, tenendo ben presente che la sanita’ rappresenta sia un considerevole capitolo di spesa pubblica da ottimizzare, sia una leva di sviluppo economico da sostenere”. Analizzati i trend della spesa pubblica, della compartecipazione alla spesa e dell’incremento delle addizionali regionali Irpef ed esaminate le numerose criticita’ della sanita’ integrativa, il Rapporto GIMBE aggiorna al 2015 l’impatto degli sprechi sulla spesa sanitaria pubblica: €24,73 miliardi erosi da sovra-utilizzo, frodi e abusi, acquisti a costi eccessivi, sotto-utilizzo, complessita’ amministrative, inadeguato coordinamento dell’assistenza.

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“Il Rapporto Gimbe considera spreco tutto cio’ che non migliora gli outcome di salute- spiega il Presidente- perche’ un sistema sanitario deve ottenere il massimo ritorno in termini di salute dalle risorse investite secondo il principio del value for money. Di conseguenza, abbiamo sviluppato un framework di sistema per guidare il processo di disinvestimento da interventi sanitari inefficaci, inappropriati e dal basso value e riallocare le risorse recuperate in interventi efficaci, appropriati e dall”elevato value sotto-utilizzati, causa di iniquita’ e diseguaglianze.
Secondo le nostre stime nel 2025 il fabbisogno del Ssn sara’ di 200 miliardi di euro, cifra che puo’ essere raggiunta solo con l’apporto costante di tre ”cunei di stabilizzazione”: l’incremento della quota intermediata della spesa privata, un piano nazionale di disinvestimento dagli sprechi e, ovviamente, un’adeguata ripresa del finanziamento pubblico”.
Il “piano di salvataggio” del Ssn proposto dalla Fondazione Gimbe e’ compatibile con lo status economico del Paese e potenzialmente favorito dal nuovo testo costituzionale che riporta allo Stato competenze fondamentali in materia sanitaria. Tuttavia, per una sua efficace attuazione, la sanita’ pubblica e piu’ in generale il sistema di welfare devono essere rimessi al centro dell”agenda politica al fine di sintonizzare programmazione finanziaria e sanitaria e attuare le necessarie “innovazioni di rottura”. “Se vogliamo realmente salvare il Ssn abbiamo poco tempo: dopo aver raccolto per anni inequivocabili evidenze sulle diseguaglianze regionali, sulla scarsa qualita’ dell”assistenza, sulle iniquita” di accesso alle prestazioni e sulla rinuncia dei cittadini alle cure, oggi iniziamo a vedere i primi disastrosi effetti anche sulla mortalita’, un dato che dovrebbe muovere senza indugi coscienza sociale e volonta” politica”, conclude Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe.
(Comunicati/Dire)