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“Grazie Giorgio! Sei stato un esempio per tutti noi”

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Il 23 Maggio scorso è avvenuta l’intitolazione del Centro di Formazione del Dipartimento di Emergenza dell’Azienda Usl di Bologna, al dr. Giorgio Gambale, tra i fondatori del 118 di Bologna, scomparso prematuramente lo scorso anno.

Riportiamo di seguito la lettera che l’infermiera Antonella Caselli ha dedicato al dr. Giorgio Gambale:

 

Per me è difficilie stare qui, in quanto sono più brava nel fare e nell’agire che a parole, come dice un comico romagnolo mio conterraneo “fatti, non bazzecole…” anche se usava un’altra parola.

Ma oggi non vorrei essere altro che qui, a parlare di Giorgio, per Giorgio e con Giorgio… mi piace pensare che sia qui e ci ascolti; qui ad esprimere di fronte a voi, anche se con il cuore carico di emozione, ciò che lui ha rappresentato per noi, per tutti coloro che hanno lavorato con lui ed in particolare per gli infermieri, categoria a cui appartengo.

Noi non ti dimenticheremo Giorgio, e siamo migliori perché ti abbiamo conosciuto e abbiamo avuto l’onore di lavorare al tuo fianco, condividendo i momenti belli, brutti e problematici della nostra vita professionale, ma insieme, come gruppo coeso, come una squadra.

Personalmente mi sono innamorata dell’emergenza dopo una lezione tenuta da Giorgio alla Scuola per Infermieri Emanuela Setti Carraro Dalla Chiesa, ex USL29 di Bologna, a fine anni 80.

In quel contesto definì gli infermieri come una grande componente sanitaria e sottolineò la necessità di lavorare in perfetta sintonia con essi. Credetemi, in quei tempi (anni 80) non era né così facile né scontato. Sottolineò l’importanza del lavoro in equipe, della condivisione e del lavoro in sintonia, con competenza professionale. Non erano solo teorie: negli anni 90 nel nostro reparto abbiamo toccato con mano ciò che lui descriveva in teoria!

In quegli anni mi sono appassionata al mio lavoro; sono stati anni fantastici, lo sostengo per tutti i colleghi che come me hanno avuto il piacere e l’onore di far parte di quel gruppo, a partire dai primi anni 90. Fu un periodo di lavoro strettissimo, innovativo, intenso, stimolante, merito di orgoglio per tutta la categoria perché lui era un trascinatore e un innovatore.

Quanto ci siamo appassionati al nostro lavoro, come una grande squadra… non c’erano distinzioni, non c’erano differenza, non c’erano gerarchie.

Non c’erano orario, termine o scadenza del turno. Portavi a termine il tuo lavoro anche oltre il tuo turno, senza che nessuno te lo chiedesse, perché dovevi raggiungere l’obiettivo che ti eri prefissato: la presa in carico del paziente fino alla stabilizzazione. Questo significava seguirlo in sala operatoria, in radiologia, da una sala radiologica all’altra, attraverso corridoi tortuosi e percorsi non ancora codificati e ascensori non ancora dedicati, a convincere un tecnico che non aveva voglia di lavorare o un consulente che non veniva a vedere il paziente.

E che soddisfazione, dopo tanta fatica, quando diceva… “Ragazzi, abbiamo fatto un buon lavoro, abbiamo lavorato bene!”

Questo feedback non era frequente con altri professionisti. Il suo modo di agire e di essere trasmetteva coesione al gruppo di allora e incrementava quella forza ed energia che solo il gruppo sa dare, incluso lo stimolo a crescere e migliorarsi sempre e insieme, certi che la forza del singolo accresceva quella del gruppo. Quel gruppo che lui amava paragonare al Team FERRARI!

Giorgio ha trasmesso ai giovani, così come ero io allora, la voglia di essere curiosi, a non fermarsi mai davanti a soluzioni facili, a non demandare mai a domani quello che potevi fare qui e ora, a mettersi in discussione senza paura di essere criticato, bensì finalizzato alla crescita, personale e professionale.

Quante volte l’ho sentito dire: “Ce la possiamo fare!” Quanta fiducia ed energia positiva! E’ stato innovativo, a volte contro corrente e per questo non sempre ben visto. Era perfetto? Certamente no, anche lui aveva difetti. Ma la sua energia travolgente compensava tutto il resto. Quando si sentiva nel reparto la sua voce “Dai ragazzi…” non potevi fare altro che farti trascinare e travolgere dall’ondata, anche se eri stanco, anche se le avevi già spese tutte!

Detto ciò Giorgio, qui oggi ti voglio ringraziare pubblicamente per essere stato di esempio a tutti noi, con il coraggio dimostrato anche nella malattia, nell’avere espresso con lucidità le tue paure, per essere stato coerente fino in fondo, per avere fatto emergere i lati positivi ma soprattutto quelli negativi della nostra professione allo scopo di trovare insieme la soluzione migliore alle difficoltà riscontrate.

La vita non ti ha fatto sconti, non ha alleviato sofferenze proprio a te, che della cura della sofferenza altrui ne hai fatto una scelta di vita… ma con quale coraggio e dignità , fino alal fine! Il messaggio che ci hai dato, con il tuo coraggio e determinazione anche nell’affrontare la malattia, è chiaro a me è ne farò tesoro. Sono felice di averti conosciuto, anzi, è stato per me e per alcuni di noi un privilegio avere instaurato un rapporto che è andato oltre quello professionale, apprezzandoti prima di tutto come amico.

Io personalmente sono stata fortunata, perché ti ho potuto salutare di persona poco prima della tua dipartita e ti ho potuto sussurrare “Ti voglio bene”.

Serberò sempre nel mio cuore il tuo sguardo e il tuo sorriso, pure nella sofferenza più loquace di mille parole.

Questo ricordo sarà custodito gelosamente finchè avrò vita.

Grazie Giorgio

 

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