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Meningite, vero allarme o paura? Ecco cosa c’è da sapere

Una maestra della scuola elementare di Roma “Cesare Battisti” alla Garbatella è morta ieri nella Capitale. Dopo l’allarme meningococco lanciato da più parti, con una nota, la Regione Lazio fa sapere che non si tratta di meningite da meningococco: “In relazione al decesso della donna morta il 26 dicembre scorso presso il Policlinico Gemelli si precisa che, effettuati gli esami presso la struttura ospedaliera universitaria del Gemelli, non si tratta di meningite meningococcica, ma di una forma dovuta al batterio escherichia coli senza rischio di trasmissione diretta da persona a persona.

 

Allarme meningite o paura? Ecco cosa c’è da sapere

c_17_canalecittadino_12_paragrafi_paragrafo_0_immagineChe cos’è la meningite?

La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). Generalmente riconosce una causa infettiva, tuttavia esistono anche forme non infettive (es. da farmaci, da neoplasia). La meningite infettiva può essere causata da virus, batteri e funghi o miceti. Quella virale, detta anche meningite asettica, è la forma più comune; di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni.
La forma batterica, invece, è più rara ma estremamente più grave e può avere anche conseguenze letali.
La meningite da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria e può rappresentare un pericolo per la vita.

 

Quali sono le cause della meningite infettiva?

Gli agenti della meningite infettiva possono essere da virus, batteri e funghi o miceti.Gli agenti batterici sono diversi e il più temuto, sebbene non sia il più frequente, è Neisseria meningitidis (meningococco), di cui esistono diversi sierogruppi; quelli che causano malattia nell’uomo sono A, B, C, Y, W135 e meno frequentemente X. In Italia e in Europa i sierogruppi B e C sono i più frequenti. Altri agenti batterici causa di meningite sono Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e Haemophilus influenzae. Gli agenti virali i più comuni sono l’herpesvirus, l’enterovirus, il virus dell’influenza.

La meningite da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit immunologico.

 

Come si trasmette?

La malattia si trasmette da persona a persona per via respiratoria, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla. Affinché il contagio avvenga è, comunque, necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta o trovarsi in ambienti molto affollati. Infatti, la propagazione dell’agente patogeno generalmente non supera il raggio di due metri dalla fonte.

Tuttavia, l’essere esposti a uno di questi patogeni non comporta necessariamente lo sviluppo della malattia: Per molti agenti patogeni (come meningococco, pneumococco e emofilo), infatti, è frequente lo stato di portatore, cioè di individuo sano, nel cui faringe risiedono questi batteri, senza alcuna sintomatologia e senza un aumentato rischio di sviluppare la malattia.

 

Come si sviluppa l’infezione nell’organismo?

Solitamente, l’infezione origina in un altro punto del corpo, da cui gli agenti possono raggiungere le meningi attraverso il flusso sanguigno. La meningite può però anche rappresentare l’evoluzione di una otite o sinusite o direttamente da un’infezione a livello cerebrale derivata da una frattura del cranio. La presenza del microorganismo nel sangue può anche dare quadri di batterie e sepsi.

 

Qual è il periodo di incubazione della malattia?

ll tempo può variare a seconda dell’agente causale e della presentazione clinica. Il periodo di incubazione della meningite virale va dai 3 ai 6 giorni; per la forma batterica il periodo di incubazione può essere più lungo, dai 2 ai 10 giorni (tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria). La malattia è contagiosa soltanto durante la fase acuta e nei giorni immediatamente precedenti l’esordio.

 

Quali sono i sintomi?

I primi sintomi possono essere aspecifici: sonnolenza, cefalea, inappetenza. In genere, però, dopo 2-3 giorni i sintomi peggiorano e compaiono nausea e vomito, febbre, pallore, fotosensibilità; segni tipici sono la rigidità della nuca e quella all’estensione della gamba. Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono molto evidenti, mentre possono essere presenti pianto continuo, irritabilità e sonnolenza, al di sopra della norma, e scarso appetito. A volte si nota l’ingrossamento della testa, soprattutto nei punti non ancora saldati completamente (le fontanelle), che può essere palpato facilmente.

La meningite e la sepsi meningococca si possono anche presentare con forme fulminanti, con il peggioramento delle condizioni in poche ore, e la comparsa di petecchie (piccole macchie rossastre o violacee dovute a micro-emorragie dei vasi).

 

Come si fa diagnosi di meningite?

La diagnosi precoce è fondamentale per una prognosi più favorevole della malattia. In presenza di un sospetto è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico che valuterà l’opportunità di un ricovero ospedaliero. L’esame cardine della diagnostica è l’analisi del liquido spinale (liquor), attraverso la puntura lombare, con analisi citochimica, colturale e biologia molecolare.

 

Come si cura?

Il trattamento deve essere tempestivo. La meningite batterica viene trattata con antibiotici; la cura è più efficace se il ceppo responsabile dell’infezione viene caratterizzato e identificato. Nel caso di meningiti virali, la terapia antibiotica non è appropriata, ma la malattia è meno grave e i sintomi si risolvono di solito nel corso di una settimana, senza necessità di alcuna terapia specifica, ma solo di supporto.

L’identificazione dell’agente che causa la malattia è importante, sia per orientare la terapia antibiotica del paziente, sia per definire la necessità della profilassi dei contatti.

 

yay-7626620-600x4002Come si previene la meningite?

La vaccinazione è, sicuramente, lo strumento più efficace per la prevenzione della meningite batterica. In Italia sono disponibili diversi vaccini contro la meningite:

 

Quali sono le misure di profilassi da adottare?

Per prima cosa è necessario identificare al più presto il patogeno per scegliere le misure di profilassi più adeguate. Occorre identificare i conviventi e coloro che hanno avuto contatti stretti con l’ammalato nei 10 giorni precedenti la data della diagnosi, da sottoporre a chemioprofilassi o a sorveglianza sanitaria. 10 giorni è il tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria, tenuto conto del massimo periodo di incubazione della malattia. Qualora al momento dell’identificazione fossero già trascorsi 10 giorni dall’ultimo contatto, i soggetti esposti non sono più considerati a rischio

 

La situazione in Italia

In Italia, l’incidenza della meningite da meningococco è minore rispetto al resto d’Europa: ogni anno vengono segnalati circa 200 casi, pari a 3 casi ogni 1.000.000 abitanti rispetto ad una media europea di 14/1.000.000. In accordo con i dati di letteratura, è presente una forte stagionalità con picchi in inverno e primavera e la distribuzione per età dei pazienti indica una maggior frequenza tra i bambini e gli adolescenti. Infatti, il 50% di tutti i casi ha un’età inferiore ai 17 anni e il 30% ha un’età fino a cinque anni.

La maggior parte dei meningococchi identificati negli ultimi anni è risultata appartenere al sierogruppo B (75% nel 2001, 60% nel 2002, 56% nel 2003 ), tuttavia recentemente si osserva un incremento dei casi da sierogruppo C.

 

Fonti: