- Ordine Professioni Infermieristiche – Bologna - https://www.ordineinfermieribologna.it -

Tumori, da Emilia Romagna modello contro spreco risorse

Ridurre gli sprechi di risorse nel percorso di cura oncologico? In Emilia-Romagna si puo’: “L’esperienza della rete oncologica romagnola all’interno della regione Emilia Romagna e’ quella di cercare di mettere al centro il valore delle prestazioni, cioe’ di ridurre tutto cio’ che nel percorso di cura ha poco valore aggiunto per stornare quella quota di risorse per attivita’ di maggior valore”. A dirlo e’ Mattia Altini, direttore sanitario dell’Irst (Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori) di Meldola, in provincia di Forli’-Cesena. Altini, interpellato dall’agenzia Dire a margine del convegno organizzato a Milano sulle nuove sfide dell’informazione e dell’innovazione oncologica, tenutosi a Palazzo Bovara, spiega che “migliorare l’iter, migliorare l’interfaccia, migliorare la gestione del caso specifico, rendere accessibili i servizi con numeri dedicati, insomma lavorare sul percorso di cura” sono gli obiettivi che la sperimentazione della rete oncologica romagnola presenta nel far fronte agli sprechi che nel sistema sanitario nazionale raggiungono il 20% sulla spesa.

Insomma, bisogna misurare il valore oncologico, ovvero la qualita’ della rete di servizi di un territorio in rapporto alle risorse impiegate lungo tutto il percorso assistenziale del paziente: “Sono certo che dobbiamo misurare le nostre prestazioni, se le misuriamo e rendiamo omogenea la misurazione di queste prestazioni potremmo trarre grandi benefici dal confronto e vedere chi sta usando meno risorse e ottiene gli stessi risultati”, aggiunge Altini. Un esempio di questa metodologia “e’ il follow up nella gestione del tumore mammario- continua- che oggi assorbe molte risorse che potrebbero essere ricollocate in un ambito professionale diverso e condiviso”, e che ha permesso la ricerca di potenziali inappropriatezze e possibili risorse male allocate sui percorsi di cura di oltre 3.000 donne con diagnosi di tumore al seno dall’1 gennaio 2010 al 30 giugno 2016. Puo’ essere questa una sperimentazione efficace anche a livello nazionale? “Dobbiamo lavorare per garantire le innovazioni riducendo cio’ che oggi e’ a basso valore nel percorso di cura”, spiega il direttore sanitario romagnolo, perche’ “abbiamo innanzitutto visto che la dinamica del tempo di cura e’ la chiave per il successo del percorso”, quindi “ci stiamo impegnando a misurare tutti gli step di cura nel paziente di oncologia in modo da identificare ancora su quali standard dobbiamo migliorare per essere efficaci e per garantire la migliore cura possibile”, conclude Altini. (Nim/ Dire)