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BMJ: l’utilizzo di FANS aumenta il rischio di infarto del miocardio

L’utilizzo di antinfimmatori non steroidei (FANS) può aumentare il rischio di infarto del miocardio (IMA) fino al 50% nel primo mese di trattamento. Il rischio aumenta all’aumentare del dosaggio. Sono questi i risultati di una metanalisi pubblicata sul British Medical Journal (BMJ), ripreso  dal Quotidiano Sanità e consultabile al link http://www.bmj.com/content/357/bmj.j1909.

Gli autori dello studio hanno effettuato una revisione sistematica di lavori condotti su database sanitari canadesi ed europei, seguita da una metanalisi bayesiana dei dati individuali del paziente.
E’ stata presa in considerazione una coorte di 446.763 individui, comprendenti 61.460 casi e 385 303 controlli,; i soggetti inclusi nello studio erano stati sottoposti a trattamento con FANS ad un qualsiasi dosaggio, per  una settimana, un mese o più.

L’ aumento del rischio di infarto del miocardico è stato stimato  in:  +24% per il celecoxib, +48% per l’ibuprofene, +50% per il diclofenac, +53% per il naprossene, +58% per il rofecoxib, quest’ultimo già ritiorato dal commercio in Italia nel 2004.

L’utilizzo di FANS, evidenziano gli autori, è stato correlato ad una aumentato  rischio per l’infarto miocardico già nella prima settimana di utilizzo. L’uso per 8-30 giorni ad una dose elevata è particolarmente dannoso per ibuprofene (> 1200 mg / die), naprossene (> 750 mg / die) e rofecoxib (> 25 mg / die). Per celecoxib e diclofenac si è verificata una sola ondata di casi di infarto miocardico acuto entro una settimana Per l’ibuprofene, il naprossene e il rofecoxib, vi è stata inoltre una successiva ondata di casi di infarto del miocardio  entro 8-30 giorni dall’uso ad una dose elevata. L’impiego di FANS  più lungo termine (> 30 giorni) non ha evidenziato rischi maggiori rispetto ad un trattamento per periodi inferiori.

In sintesi, il maggiore rischio di un infarto miocardico è stato evidenziato in quei pazienti che assumevano FANS a dosaggi più elevati, ma non è stata invece evidenzata correlazione  tra l’assunzione di FANS e la durata temporale del trattamento. In altri termini, chi assume  FANS per un mese  ha lo stesso rischio di infarto di chi ne fa un utilizzo di più breve durata ed il rischio maggiore è quello evidenziato nel primo mese di trattamento con  FANS e ai dosaggi più elevati.
Gli autori concludono  che l’uso di tutti i FANS  è associato ad un aumentato rischio di infarto e che di conseguenza  i medici dovrebbero, prima di prescriverli, considerare con attenzione il rapporto rischi- benefici, in particolare nel caso in cui abbiano intenzione di somministrarli  dosaggi elevati. Questi risulttai rappresentano inoltre un monito alle terapie antalgiche “fai da te”.

Autore: Danilo Di Lorenzo

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