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Disabilità. Vacanze nel maso: ospitalità senza barriere in Alto Adige

Foto tratta dal Magazine SuperAbile-Inail
Foto tratta dal Magazine SuperAbile-Inail

Sono 90 nella regione le fattorie a marchio “Gallo rosso”, che hanno almeno un appartamento o una camera accessibile. L’associazione ha scelto di garantire un’adeguata ospitalita’ anche alle persone disabili, stabilendo specifici requisiti e facilitazioni all’interno delle proprie strutture (RED.SOC.)

“Quando abbiamo costruito la casa nel 2007, abbiamo voluto che fosse accessibile anche alle persone con disabilita’. Per noi e’ scontato che oggi si costruisca senza barriere. Del resto, questo genere di esperienza non e’ una novita’, dato che nostra nonna ha avuto bisogno di assistenza per piu’ di dieci anni”.

A parlare e’ Anita Gasser, proprietaria del maso Oberhauserhof, specializzato nell’accoglienza di persone -disabili. Sono circa 90 le fattorie agrituristiche dell’Alto Adige con almeno un appartamento o una camera senza barriere, ma quelli perfettamente accessibili a tutti i gradi di disabilita’ sono tre, in tre diversi masi.

Se ne parla nel numero di agosto del Magazine SuperAbile-Inail.

“Avvicinare le persone allo stile di vita dei contadini del Sudtirolo e’ la nostra missione”, afferma Margit Hanni, dell’Unione agricoltori e coltivatori diretti Sudtirolesi, nata nel 1999 per garantire la vita dei masi aprendoli al turismo. In Alto Adige, infatti, l’agricoltura e’ un settore ancora molto importante ma i contadini fanno sempre piu’ fatica a vivere esclusivamente dell’attivita’ della loro piccola azienda agricola. Per questo motivo, e’ stata realizzata la fortunata combinazione “Agricoltura e ospitalita’”, che consente di creare un reddito supplementare alla fattoria e di assicurare la conservazione e lo sviluppo sostenibile della cultura contadina della regione.

Sono oltre 1.600 le aziende agrituristiche che hanno il marchio “Gallo Rosso”, creato dall’Unione a garanzia di un’elevata qualita’ dell’offerta grazie alla definizione e al controllo di specifiche caratteristiche. Per meritare il bollino il contadino deve, per esempio, coltivare direttamente i terreni, lavorare attivamente nel maso, occuparsi personalmente degli ospiti e offrire i prodotti dell’azienda.

Una vacanza nei masi consente di immergersi in un’atmosfera montanara autentica, in paesaggi mozzafiato, e di conoscere usanze, tradizioni, storia, miti, antichi mestieri del luogo. L’offerta e’ ampia e variegata. Disseminati fra le cime delle Dolomiti e i vigneti, ci sono masi per escursionisti, per appassionati di cavalli, per ciclisti, “masi vinicoli”, di alta montagna, di “benessere”, con coltivazione biologica, per persone allergiche. Perfetti d’estate, per sfuggire alla canicola, ma anche d’inverno, per godere dei paesaggi innevati, in questi spicchi di paradiso e’ possibile partecipare alla vita familiare e lavorativa del contadino, fare salutari passeggiate ed escursioni nelle valli o sulle montagne, a piedi o con gli sci, ammirare l’artigianato tipico, mangiare cibi genuini.

“Crediamo talmente in questa iniziativa che abbiamo voluto che fosse alla portata di tutti – continua Margit Hanni -. Cosi’, nel 2002, abbiamo introdotto la specializzazione della fattoria per soddisfare le esigenze delle persone con disabilita’”. E le richieste sono fioccate. “Non avevamo idea che la nostra scelta rappresentasse un’opportunita’ cosi’ grande per nuovi ospiti, ce ne siamo accorti solo a posteriori – precisa Anita Gasser-. Le persone con esigenze speciali, cosi’ le chiamiamo, venute in questi anni sono molte”. Hanno dai tre ai 79 anni, con patologie e problematiche diverse. “Le esperienze sono tutte positive – conclude -. Compresa quella dei nostri quattro figli, che sono cresciuti sperimentando che anche se le persone sono diverse, ognuna e’ speciale cosi’ com’e’.

Molti ritornano. Dicono: “Qui ci sentiamo normali. A casa spesso ci guardano male”. Oppure promettono: “Prenotiamo una vacanza al maso per il resto della nostra vita!”. E noi siamo felici di ridare loro il benvenuto. Ma se devo pensare alle cose piu’ belle mi vengono in mente le risate di alcuni bambini con sindrome di Down e la loro contentezza nel ricevere piccole cose, come un uovo appena deposto, un fiore, una fragola dalla mano della nostra nonna Teresia” (www.redattoresociale.it)