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In Italia 21 mld l’anno spesi per malattie cardiovascolari

18459649560_9ce7fc58c3_z-600x400Il numero di persone che si ammalano ogni anno di patologie cardiocircolatorie e’ in costante aumento e l’impatto del rischio e’ significativo. Le malattie cardiovascolari rappresentano, infatti, la prima causa di morte in molti paesi Europei e si prevede che nel 2030 i decessi annui aumenteranno da 17 a 23 milioni. Sono inoltre circa 21 i miliardi di euro spesi ogni anno in Italia per queste patologie (tra costi diretti e indiretti).

E proprio dell’impatto socio-economico, con particolare riferimento al mondo del lavoro, si e’ parlato ieri a Roma presso il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in occasione dell’evento ”Insieme al mondo del lavoro per ridurre la mortalita’ delle malattie cardiovascolari” promosso dalla Fondazione Italiana per il Cuore (FIpC). In occasione dell’incontro e’ stata inoltre presentata la campagna di prevenzione ”Lavora con il Cuore” avviata nel 2015 dalla FIpC, in condivisione con il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con l’intento di valutare i principali fattori di rischio cardiovascolare tramite un semplice test del sangue.

“Sono convinto che si stia aprendo una nuova stagione illuminata, in cui il mondo del lavoro si coalizza sempre più con tutti i Soggetti che si occupano della salute dei cittadini” – commenta l’Onorevole Luigi Bobba, Sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali -. “La salute del singolo individuo, infatti, è certamente un bene primario, ma lo è ancor più se anche il contesto lavorativo lo sostiene con adeguate ed integrate politiche di welfare. In questa ottica il Ministero del Lavoro con la Fondazione Italiana per il Cuore è riuscito a realizzare un significativo intervento per i suoi dipendenti mirato all’individuazione di eventuali patologie cardiovascolari, purtroppo in crescita in molti Paesi europei. L’iniziativa, portata avanti nel 2015 e nel 2016, rappresenta un grande esempio di sensibilità rivolta alle lavoratrici e ai lavoratori che può indurre ad adottare stili di vita corretti, attivando un circolo virtuoso. Per un datore di lavoro, avere collaboratori in salute favorisce un ambiente di lavoro più armonioso, riduce i costi e incrementa efficienza e produttività. Questa importante azione di welfare rappresenta, altresì, un esempio di politiche di gestione del personale moderno volto a facilitare un rapporto di coalizione tra amministrazione e dipendenti”. 

Tra dicembre 2015 e febbraio 2016 la campagna si e’ svolta nelle sedi centrali del ministero del Lavoro a Roma e ha coinvolto “circa 550 persone (25,8% uomini e 74,2% donne), il 56% dei dipendenti- fa sapere Stefania Cresti, direttore generale per le Politiche del Personale del ministero- con ottimi risultati in termini di informazione e sensibilizzazione. A dimostrazione del fatto che il mondo del lavoro rappresenta un’area privilegiata per iniziative di questo tipo, ricordiamo che il 10,5% delle persone coinvolte non aveva alcuna conoscenza dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, ma un 35% era composto da fumatori o ex fumatori, un 20% con stile di vita sedentario, e che circa il 21% ha scoperto in quella occasione di presentare fattori di rischio cardiovascolare aumentato”. Inoltre, dalle valutazioni effettuate sui dati della campagna in collaborazione con il Servizio prevenzione e protezione del Cnr di Roma e la Societa’ italiana Studio Arteriosclerosi sezione Lazio, e’ emerso che “il 98% dei lavoratori intervenuti ha giudicato molto positiva l’iniziativa affermando, nell’81% dei casi, che la campagna ha permesso di migliorare le proprie conoscenze sui fattori di rischio cardiovascolari. Il 97% ha dichiarato che avrebbe tenuto conto dei consigli ricevuti e ben il 68,5% si e’ detto intenzionato a parlarne con il proprio medico”.

La campagna, fa sapere quindi Roberto Volpe, ricercatore del Consiglio nazionale delle Ricerche-Cnr di Roma, ha permesso di evidenziare che “il 15% dei soggetti era iperteso, il 44% presentava alti livelli di colesterolo nel sangue, il 23% fumatore, il 20% non svolgeva alcuna attivita’ fisica e il 44% era in sovrappeso, di cui l’11% obeso – afferma – La bonta’ di iniziative come questa e l’apporto che puo’ dare la medicina sui posti di lavoro risiede, dunque, proprio nell’opportunita’ di andare ad evidenziare quei fattori di rischio su cui si puo’ e si deve agire per una migliore prevenzione”.

Oltre ai dipendenti del ministero del Lavoro, sempre nel 2015-2016, la campagna ”Lavora con il Cuore” ha coinvolto i dipendenti della sede di Milano di Sanofi e quelli di Unamsi (Unione nazionale Medico Scientifica di Informazione) con piu’ di 870 persone.

I COSTI E L’IMPATTO SUL LAVORO – In Italia i costi diretti delle malattie cardiovascolari per il Sss sono di circa 16 miliardi di euro all’anno, ai quali vanno aggiunti circa 5 miliardi di euro in termini di costi indiretti calcolati principalmente come perdita di produttivita’. “E’ importante considerare, comunque- dice Massimo Piccioni, coordinatore generale medico legale dell’Inps- che i costi indiretti non comprendono solo la produttivita’ ma anche le spese sostenute dal sistema previdenziale che e’ responsabile di fornire prestazioni assistenziali e previdenziali a tutte le persone affette da patologie e che eroga pensioni di inabilita’ ed assegni di invalidita’. Le malattie del sistema cardiocircolatorio sono, infatti, al secondo posto tra le cause di invalidita’ previdenziale, dopo le malattie oncologiche. Sul versante assistenziale, che riguarda invece i cittadini di tutte le eta’ e non solo in eta’ lavorativa- conclude- le malattie cardiovascolari rappresentano la quarta causa di morte”. (Cds/ Dire)