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“Invecchiare non è una malattia”, l’appello dal Meeting di Rimini

In occasione del Meeting Salute di Rimini, ampio spazio dedicato agli over 65. Si tratta infatti di una quota crescente della popolazione italiana: sono oltre 12 milioni su circa 60 milioni di cittadini. Molte le patologie eta’ correlate, i problemi psicologici e le implicazioni sociali: per questo serve prevenzione e impegno, sia da parte degli enti pubblici che da quelli privati.

grandmother-1594471_640-720x480“E’ necessario che ciascuno compia scelte di responsabilita’”, spiega il profesor Trabucchi, presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria – AIP. “Cio’ significa agire su almeno tre piani. Prima di tutto dedicare molta cura alla sfera fisica, dall’attivita’ motoria alla prevenzione delle malattie croniche e alla cura delle stesse quando compaiono, senza diventare schiavi della medicina, ma non rinunciando a seguire le indicazioni di cura e di assistenza, soprattutto per patologie come il diabete e l’arteriosclerosi.

E poi esercitare attivita’ psichica: bisogna restare collegati con il mondo e con le sue evoluzioni. Infine, mantenere le dinamiche relazionali e affettive, anche con le attivita’ lavorative quando disponibili e adatte alle condizioni di salute”. Tutto cio’ pero’ rischia di non essere realistico, non diviene cioe’ patrimonio di chi invecchia, se il tempo che resta da vivere non assume un significato, se diviene solo la gestione stanca di eventi che si susseguono, senza la possibilita’ di scegliere le modalita’ piu’ personali per incidere sul trascorrere del tempo. “Se la vita non acquisisce un significato, allora la persona rinuncia all’impegno e a scelte coraggiose. Il mondo diviene piatto, caratterizzato da continue rinunce, in uno scenario dominato da perdite che si susseguono e spesso dalla depressione”, spiega ancora il professor Trabucchi.

“La volonta’ di promuovere questo incontro nasce dall’esperienza dei professionisti dell’Associazione Medicina e Persona che, in vario modo, operando nella medicina del territorio, in strutture ospedaliere, residenziali, riabilitative e nei servizi sociali, incontrano le esigenze ed i bisogni della popolazione anziana”, afferma la dottoressa Gemma Migliaro, presidente Medicina e Persona. L’analisi della realta’ sociale e sanitaria italiana evidenzia una generalizzata e inadeguata percezione riguardo i molteplici cambiamenti che si manifestano durante il periodo della vita che e’ la vecchiaia e le conseguenze concrete che questa mancanza provoca. Si rileva come le strutture sanitarie del nostro paese siano in affanno nell’organizzare e gestire una assistenza adeguata sia per accompagnare gli anziani in buona salute, sia per prendere in carico quelli gravati da numerose comorbidita’.

Esiste il problema del riconoscimento della dignita’ della persona anziana e si ravvisa contemporaneamente la necessita’ di una ‘prepararazione’ alla vecchiaia che preveda corretti stili di vita ma anche approfondisca e coltivi il significato della vita e del tempo stesso. Gli anziani richiedono un’intensa attivita’ di assistenza con un importante dispendio energetico, emotivo ed economico. Inoltre, una parte della popolazione anziana risulta affetta da malattie degenerative come la malattia di Alzheimer la cui cura diventa ancor piu’ onerosa per le famiglie e le strutture socio sanitarie. La relazione di cura con queste persone rappresenta una sfida in particolare per chi lavora nell’ambito socio-sanitario. “Medicina e Persona, attenta al carattere professionale e relazionale del lavoro in sanita’, propone pertanto al Meeting questo evento in cui vengono affrontati e approfonditi alcuni dei complessi aspetti che tale relazione comporta”, aggiunge Migliaro.

old-friends-555527_640-720x480L’Italia e’ dunque un Paese vecchio e per questo deve anche pensare a ridisegnare il Servizio Sanitario Nazionale. “Siamo il paese piu’ vecchio del mondo insieme al Giappone”, dichiara allarmato il professor Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva. “Per spiegare questo problema e i suoi potenziali rischi, in occasione del Meeting Salute di Rimini analizzeremo come prototipo la malattia di Alzheimer. Si tratta di una patologia eta’ correlata, che oggi affligge circa 800mila soggetti; ma considerando anche i familiari coinvolti, ad essere interessati sono diversi milioni di italiani. Ancora non esistono terapie, quindi deve essere gestita, ma non dall’ospedale, bensi’ dai servizi a lungo termine. Serve dunque una piu’ efficiente organizzazione, che vada oltre la ricerca scientifica“.

Si aggiungono poi ulteriori problemi. I tempi lunghi che si impiegano attualmente per una diagnosi e un’ampia sperequazione tra le varie regioni nella distribuzione di servizio sul territorio. “Si pensi, ad esempio, che l’assistenza domiciliare e’ prestata al 5% degli abitanti over 65 dell’Emilia-Romagna e solo allo 0,3% degli abitanti del Lazio“, spiega Bernabei. Proprio al Meeting Salute di Rimini verra’ lanciato l’Alzheimer Fest. “Sara’ un’iniziativa di apertura per chi soffre di questa patologia”, afferma il Presidente AIP, Marco Trabucchi. L’evento si terra’ a Gavirate, in provincia di Varese, nei pressi del lago, dal 1 al 3 settembre. “L’obiettivo e’ quello di tirare fuori le persone affette da demenza e le loro famiglie dalla solitudine e dare il segnale che la loro vita non e’ condizionata solo da questo, ma si possono recuperare ancora spazi di autonomia. Sara’ una festa: non ci saranno solo i professionisti sanitari, ma anche tanta gente comune per creare convivialita’, tra attivita’ ludiche e culturali”.

Un ulteriore punto di riferimento che deve essere maggiormente valorizzato e’ il vaccino, fondamentale negli anziani quanto nei soggetti di eta’ infantile. “La vaccinazione in tarda eta’ permette di godere di un’anzianita’ di qualita’, evitando fragilita’ e disabilita’. Questa vaccinazione e’ spesso negletta, sebbene permetta gratuitamente di conquistare un invecchiamento di successo”, dichiara Bernabei. Il discorso piu’ noto e’ relativo alla vaccinazione contro l’influenza, che ancora provoca 8mila morti tra gli anziani non vaccinati; ma ci sono anche altre vaccinazioni parimenti importanti, come quella contro la polmonite pneumococcica, che puo’ essere letale, o contro il fuoco di Sant’Antonio, che non provoca il decesso, ma puo’ avere nefaste conseguenze sulla qualita’ della vita. (Com/Rel/ Dire)