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Resistenza agli antibiotici, l’Onu e l’Europa pensano a piani globali per contrastarla

La SITA Società Italiana Terapia Antinfettiva lancia campagna di sensibilizzazione con Tognazzi. Alle Nazioni Unite 193 Paesi hanno firmato documento di intenti congiunti

world-1185076_960_720La minaccia per la nostra salute è diventata così urgente da spingere l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ad occuparsene, lo scorso settembre. I 193 Stati membri hanno firmato un documento congiunto sulle linee guida mondiali per la lotta alla resistenza antimicrobica, definita «la più grande minaccia alla medicina moderna». La resistenza da parte di alcuni batteri agli antibiotici è un fenomeno preoccupante che ha fatto parlare di ritorno agli anni bui della medicina, quando si moriva per un’infezione.

L’Europa da tempo si è mossa per combattere il fenomeno, con l’istituzione della Giornata europea degli Antibiotici e con la pubblicazione di un documento di carattere politico e strategico che sostiene la visione dell’approccio «One Health», la necessità di un Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza per tutti i Paesi, che riguardi tanto gli esseri umani quanto gli animali, dal momento che in larga parte alla base della resistenza agli antibiotici vi è il loro uso nella profilassi veterinaria e addirittura l’uso non terapeutico negli animali da allevamento, per promuoverne la crescita, nonostante quanto ciò sia stato ufficialmente proibito dall’Europa nel 2006.

photo«Il supervampiro»

E così la SITA Società Italiana Terapia Antinfettiva ha deciso di lanciare «Antibiotici – La nostra difesa numero 1», campagna di sensibilizzazione sull’incombente pericolo dei superbatteri, i batteri in grado di resistere a tutti o quasi gli antibiotici disponibili. Ricky Tognazzi è il testimonial dell’iniziativa, che è stata presentata oggi a Roma e realizzata anche grazie a un’erogazione di Merck & Co. tramite MSD. Nello spot girato per il web «Il supervampiro» l’attore è un supervampiro che irrompe tra gli abitanti di un villaggio che si erano liberati dei vampiri ma poi avevano abusato del rimedio.

 

Cos’è la resistenza

La resistenza agli antibiotici è un processo naturale di selezione causato dalle mutazioni genetiche a cui vanno incontro i batteri, ma è anche il risultato dei nostri comportamenti: l’uso eccessivo e improprio degli antibiotici permette alle popolazioni resistenti di proliferare e prendere il sopravvento. Compaiono quindi in questo modo i superbatteri resistenti agli antibiotici disponibili.

La prima causa di morte entro il 2050

Secondo le proiezioni contenute in un rapporto della commissione indipendente britannica, guidata dall’economista Jim O’Neill, dal titolo «Review on Antimicrobial Resistance» in mancanza di adeguate politiche volte a combattere la resistenza non solo 100 miliardi di dollari di produzione economica potrebbero essere messi a rischio entro il 2050, ma le morti salirebbero a 10 milioni l’anno (attualmente sono 700mila), una persona ogni tre secondi. Un numero di decessi superiore a quello causato dal cancro. In Europa, si verificano annualmente 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti che causano oltre 37.000 decessi e sono responsabili di un significativo assorbimento di risorse (sanitarie e non) che ammontano a circa 1,5 miliardi di Euro l’anno.

headache-1540220_960_720Italia: numeri da record

Secondo il rapporto annuale dell’European Center for Diseases Control (ECDC), redatto con i dati del sistema di sorveglianza Esac-Net dell’Unione Europea, il nostro paese è ai primi posti in Europa per consumo di antibiotici e, con il loro uso, anche la resistenza aumenta. In Italia le infezioni correlate all’assistenza o intra-ospedaliere colpiscono ogni anno circa 284.000 pazienti (dal 7% al 10% dei pazienti ricoverati) causando circa 4.500-7.000 decessi. Le più comuni infezioni sono polmonite (24%) e infezioni del tratto urinario (21%).

«La resistenza microbica è effettivamente un problema globale e l’Italia è uno dei Paesi più esposti. Ci sono delle situazioni con infezioni da batteri che non rispondono più ad alcun antibiotico» afferma Ercole Concia, Direttore della Divisione Clinicizzata di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. «Negli ospedali italiani il 45% dei ricoverati viene trattato con antibiotici, mentre un comportamento virtuoso dovrebbe collocare quest’uso fra il 25 e il 30%. Spesso è anche il paziente che si autoprescrive antibiotici o magari li ha in giacenza dalla precedente infezione».

Le 4 regole per l’uso umano

La SITA distribuirà negli ospedali italiani un leaflet con le 4 regole da ricordare per usare in maniera corretta gli antibiotici:

Fonte www.lastampa.it