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Stipsi in viaggio: come affrontare il fastidio durante le nostre vacanze

In vacanza ci si vorrebbe solo divertire e invece spesso, ci si trova a fare i conti con una stipsi ostinata, un senso di pesantezza e gonfiore che rende irritabili, irascibili, nervosi e doloranti. Il problema si pone sicuramente a causa del cambio di abitudini, la fretta di fare tante attività, inoltre, fa si che spesso non si abbia il tempo di ascoltare i bisogni del proprio intestino.

Vacanza e stitichezza: ma perché?

Il caldo, un’idratazione non adeguata, lo scarso apporto di fibre, la sedentarietà spesso determinata dai lunghi viaggi in macchina, auto, treno o aereo per raggiungere la meta delle vacanze sono tutti fattori che concorrono all’instaurarsi della stipsi. «La stitichezza frequentemente osservata durante i periodi di vacanza ha essenzialmente due origini- chiarisce il dottor Flavio Caprioli Ricercatore Universitario in Gastroenterologia, Università degli Studi di Milano e che opera presso l’Ospedale Policlinico di Milano – la modificazione dell’alimentazione e del tipo di cucina rispetto alle usuali abitudini, soprattutto nel contenuto di fibre e grassi, e del bilancio idrico con ridotta assunzione di liquidi ed esposizione prolungata al sole, con conseguente abbondante sudorazione, nonchè un distress psicologico legato al cambiamento nei servizi igienici, condizionante un ritardo o una inibizione della defecazione. Si tenga presente che l’inibizione volontaria prolungata della defecazione è a sua volta causa di rallentamento della motilità del colon e quindi di stipsi secondaria».

L’importanza della dieta

Quando il disturbo compare è necessario sicuramente mettere ordine nelle proprie abitudini alimentari e di vita ricordando che in vacanza così come durante tutto l’anno bisogna svolgere una regolare attività fisica, bere almeno 2 litri di acqua ogni giorno, seguire una dieta varia, molto ricca di fibre, con una colazione che deve essere consumata con calma.

È bene sapere, inoltre, che lo stimolo della defecazione quando compare non va represso, ma assecondato, avendo ben chiaro che non funziona a comando; se ci si ostina a sforzarsi in assenza di stimolo il rischio è quello di sfiancare i plessi emorroidari.

Problema emorroidi

Il caldo provoca vasodilatazione e anche i vasi emorroidari possono gonfiarsi e provocare dolore; il contatto del sedere con sedili infuocati dal sole, inoltre, contribuisce alla formazione di edema nella zona perianale con bruciore e dolore. Il problema emorroidi, inoltre, può diventare particolarmente spinoso per i ciclisti a causa delle continue sollecitazioni in loco esercitate dal sellino.

Perseguire la regolarità intestinale

L’obiettivo, dunque, è evitare di diventare stitici: «Per centrare tale obiettivo il principale consiglio risulta quello di mantenere un normale ed equilibrata alimentazione, con adeguato apporto di fibre e con abbondante idratazione» puntualizza il dottor Caprioli. Questo significa che è bene cercare di consumare, ad ogni pasto una porzione di verdura cruda o cotta, consumando regolarmente anche minestroni e passati di verdura, mangiare molta frutta, in particolare kiwi a colazione, non disdegnando pane e pasta integrale, consumando latte e derivati in particolare yogurt e cercando di scegliere piatti conditi con olio extra vergine di oliva. «Un certo grado di attività fisica può aiutare l’attività peristaltica colica. Non è corretto ritardare o inibire la defecazione per giorni, perchè questo può causare la formazione di feci molto disidratate e dure in ampolla rettale (fecalomi), difficili da espellere» conclude il dottor Caprioli.

Cosa fare se la stipsi si ostina

Se il disturbo, nonostante tutti gli accorgimenti del caso persiste «Si possono utilizzare lassativi per brevi periodi, soprattutto di natura osmotica ovvero scarsamente assorbibili dall’intestino e che per questo richiamano, per azione osmotica appunto, acqua all’interno del lume intestinale facilitando il transito delle feci oppure contenenti ausili di fibre. Maggiore attenzione nell’assunzione dei lassativi devono porre i pazienti in politerapia o affetti da malattie croniche: non dovrebbero assumerne affatto se non dietro supervisione medica. Il diabete, per esempio, può essere già di per sé una causa di rallentamento della motilità intestinale, così come i disturbi cardiovascolari, che determinando una limitazione dell’attività fisica, possono associarsi a stipsi»conclude il dottor Caprioli.

FONTE LA STAMPA