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Terapie Intensive in Convegno a Bologna. Intervista ai colleghi Imbriaco e Monesi

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“Hot Topics in Critical Care Nursing, il ruolo, la responsabilità e le prospettive dell’infermiere di Terapia Intensiva”.

Per IpasviBo abbiamo intervistato gli ideatori del convegno, Guglielmo Imbriaco e Alessandro Monesi, entrambi Infermieri della Terapia Intensiva e Rianimazione dell’Ospedale Maggiore.

… “quindi, Guglielmo e Alessandro, come è nata l’idea di questo seminario?

L’idea di questo incontro, come tante altre idee, è nata… a tavola, ridendo, scherzando e chiacchierando di argomenti più o meno seri, insieme agli amici e colleghi che saranno presenti il 7 giugno prossimo.

Il “sogno” di Alessandro, nato con la prima edizione del master in infermieristica in area critica dell’Università degli studi di Bologna nel 2003, era quello di creare una rete tra i professionisti delle Terapie Intensive con l’obiettivo di scambiarsi informazioni, fornirsi supporto reciproco e organizzare incontri di condivisione di esperienze come Hot Topics in critical care nursing.

“per cui avete cercato di creare una specie di rete tra le varie realtà intensive? “

“Esatto e vi garantisco che la rete di collaborazione funziona… dallo scambio di articoli (ricevuti dopo 6 minuti dall’invio della richiesta di aiuto!) ai consigli più pratici del tipo “ma voi la colimicina come la somministrate?”. La possibilità di scambiarsi informazioni con colleghi che lavorano in altre terapie intensive, che ad esempio hanno maggiore casistica ed esperienza nell’assistenza di pazienti con problemi molto specifici, come ustioni o pazienti pediatrici o con supporto extracorporeo, ci ha aiutato reciprocamente in molte occasioni.

“Bologna, dopo le polemiche degli ultimi due anni legate ai provvedimenti disciplinari dell’Ordine dei Medici, secondo voi è pronta ad accogliere un convegno così specifico per la professione infermieristica?”

Personalmente sono contento di essere riuscito a organizzare una giornata del genere proprio a Bologna “racconta Imbriaco”, che, oltre a essere casa nostra, è anche al centro di situazioni paradossali che ci coinvolgono da molto vicino, soprattutto perché il legame tra le aree intensive del nostro ospedale e il servizio di Emergenza Extraospedaliera è storicamente molto stretto.

“Il rapporto quindi tra le varie figure che operano nel vostro settore si può quindi definire un lavoro di equipe?”

Assolutamente si; alcuni dei medici accusati dal loro stesso Ordine non sono solo ottimi professionisti con cui lavoriamo ogni giorno ma sono anche persone con cui negli anni abbiamo instaurato rapporti di stima e amicizia e con cui abbiamo raggiunto eccellenti risultati in ambito clinico e assistenziale ma anche didattico e divulgativo, come i convegni Trauma Update che quest’anno ha visto realizzarsi la dodicesima edizione.

“Come la spieghereste quindi una Terapia Intensiva?”

La Terapia Intensiva è una realtà difficile da descrivere… per molti pazienti è un luogo dove arrivano “addormentati” e dove si risvegliano ore o giorni dopo. Stanze open space con 9 o 10 posti letto, luci, rumori e allarmi del monitoraggio.

Per i familiari è un luogo fatto di speranze e attese che sembrano interminabili davanti a porte chiuse e i nostri sforzi di rendere accoglienti le sale d’attesa riescono solo in parte ad attenuare la sensazione di ansia e impotenza.

Per chi ci lavora, indipendentemente dalla qualifica, è un posto che ami e odi allo stesso tempo: è un luogo di lavoro dove le migliori risorse umane e tecnologiche per garantire la sopravvivenza di una persona, si scontrano con le peggiori condizioni cliniche e le più grandi paure.

E’ un lavoro complesso, dove non si finisce mai di imparare.

In Terapia Intensiva, ogni volta che ti avvicini a un paziente hai qualcosa da fare. Dal semplice cambiare una medicazione all’idratare e proteggere gli occhi, spostare un cavo di monitoraggio per evitare un decubito e mille altre piccole accortezze. L’esperienza poi ti insegna a “ottimizzare i giri” intorno al letto, affina il colpo d’occhio e molte volte ti consente di riconoscere una situazione di rischio e di risolverla prima che diventi tale.

“Abbiamo visto che al seminario del 7 giugno relazionano grandi nomi dell’infermieristica nazionale; ma quali sono i contenuti del congresso?”

E’ vero, l’incontro non si sarebbe potuto realizzare senza la collaborazione di eccezionali infermieri che consideriamo amici prima ancora che grandi professionisti, probabilmente tra i migliori in Italia. Alberto, Stefano, Velia, Matteo, Giulia e Nadia hanno risposto come ci aspettavamo, con grande partecipazione ed entusiasmo ma soprattutto con estrema professionalità.

Abbiamo anche invitato la Senatrice Silvestro, chiedendole di spiegarci un tema molto attuale come la Legge Gelli 24/2017 che tratta di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie. Purtroppo la Senatrice non potrà essere presente personalmente ma grazie alla collaborazione del Collegio IPASVI di Bologna e di Matteo Manici siamo riusciti a registrare una video intervista che chiarirà alcuni aspetti della nuova norma.

Abbiamo poi invitato a partecipare i colleghi delle Terapie Intensive”vicine” soprattutto per conoscersi e non sarebbe stato possibile realizzarlo senza l’amicizia dei relatori come dicevo prima, il supporto della Direzione Infermieristica e del nostro Coordinatore… e un po’ della nostra follia da sognatori.

Poi sai, la Terapia Intensiva richiede aggiornamento continuo e costante, le dotazioni tecnologiche cambiano e migliorano con sempre maggiore frequenza e in questo peculiare contesto l’assistenza infermieristica necessita di alcune riflessioni e “Hot topics in critical care nursing” rappresenta una grande opportunità.

Gli argomenti trattati cercano di approfondire aspetti che spesso assumono un ruolo secondario rispetto a situazioni in cui la tecnologia prevale. Spesso siamo portati a guardare solo i parametri delle persone ricoverate, trascurando aspetti che invece andrebbero tenuti in grandissima considerazione. Basti pensare a che impatto hanno l’alterazione del ritmo sonno-veglia e la necessità di sedazione per garantire il riposo ai pazienti e la loro associazione al rischio di sviluppare delirio oppure a quanto una manovra poco gradita come l’igiene del cavo orale possa contribuire a ridurre significativamente il rischio di polmoniti associate a ventilatore (VAP) nei pazienti intubati.

In situazioni estremamente critiche ognuno contribuisce con le proprie competenze e la terapia intensiva è uno dei contesti dove il concetto di “gioco di squadra” diventa essenziale.

Ringraziamo quindi Guglielmo e Alessandro per l’intervista e ci si vedrà a Bologna, Ospedale Maggiore il 7 Giugno Aula Magna.

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A cura di Armando Santostefano
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