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Svolta contro uno dei tumori cerebrali più aggressivi tipico dell’età pediatrica


La ricerca è imprevedibile. Così come lo sono alcune scoperte. Lo sa bene il gruppo di ricerca guidato da Ferdinando Di Cunto del Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi dell’Università di Torino. All’inizio delle loro ricerche, gli scienziati avevano l’obiettivo di studiare le basi molecolari della microcefalia, una rara malattia del neurosviluppo. Alla fine, però, si sono imbattuti nella scoperta di un meccanismo che, grazie al sostegno dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, potrebbe rappresentare una svolta contro uno dei tumori cerebrali più aggressivi.

La scoperta effettuata dai ricercatori torinesi riguarda il medulloblastoma, un tumore tipico dell’età pediatrica. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi (bambini e adulti) è di poco superiore al 60 per cento. Oggi il protocollo di cura di questo tumore prevede l’asportazione chirurgica, seguita da radioterapia con possibile associazione di alte dosi di chemioterapici. Nonostante una buona efficacia in termini di sopravvivenza, questi trattamenti influiscono fortemente sullo sviluppo psicomotorio ed endocrino. Nel nuovo studio, pubblicato sulla rivista Cancer Research, i ricercatori hanno scoperto che, bloccando la proteina citron kinase (CITK), è possibile fermare la progressione del medulloblastoma. Il silenziamento di CITK, infatti, blocca il processo replicativo delle cellule tumorali, provocandone la morte o il decadimento del potenziale neoplastico. In esperimenti di laboratorio questi effetti hanno portato a una riduzione sostanziale dei tumori.

LA NUOVA STRATEGIA RIDUCE LA MASSA TUMORE

«La proteina CITK è implicata nella divisione cellulare e nella stabilità genomica dei progenitori neuronali durante lo sviluppo del cervello» spiega Di Cunto. «In studi precedenti, sviluppati presso i laboratori dell’MBC, sempre all’Università di Torino, il nostro gruppo di ricerca – continua – ha stabilito che CITK è fondamentale, oltre che per garantirne la stabilità, anche per la sopravvivenza dei progenitori neurali. Considerate le somiglianze molecolari esistenti tra progenitori normali e le cellule del medulloblastoma abbiamo dimostrato che queste ultime sono sensibili all’inattivazione di CITK: l”ablazione della proteina determina infatti un blocco replicativo delle cellule di medulloblastoma, seguito da morte o senescenza. Questi effetti portano a una riduzione sostanziale dei tumori ottenuti in diversi modelli sperimentali che abbiamo studiato».

LA RICERCA DI BASE PORTA A RICADUTE INASPETTATE

Lo studio è particolarmente rilevante per lo sviluppo di nuovi farmaci di supporto nella terapia del medulloblastoma, considerato che CITK è una proteina di potenziale interesse farmacologico. «Il nostro lavoro – conclude Di Cunto – rappresenta un buon esempio di come la ricerca di base possa avere ricadute che vanno molto al di là delle motivazioni iniziali degli studi. Lo scopo iniziale delle nostre ricerche era infatti studiare le basi molecolari della microcefalia, una rara malattia del neurosviluppo: l’estensione alla patologia tumorale è stata molto naturale, in considerazione dei meccanismi in cui ci siamo imbattuti».

Fonte La Stampa