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Infermieri fuori servizio salvano dall’arresto cardiaco un 65enne di Valsamoggia

Le persone giuste nel posto giusto, al momento giusto. Si può riassumere così l’intervento salvavita, fatto ieri mattina alle 10,45 in piazza della Libertà a Savigno, da due infermieri fuori servizio nei confronti di un uomo di 65 anni colto da un arresto cardiaco mentre si trovava a passeggio in compagnia della moglie.

Loro sono Lorenzo Rienzi e Massimo Ropa Esposti, rispettivamente operatore della Croce Rossa e infermiere nel reparto di dialisi di Villa Chiara, due ’angeli custodi’ capitati lì quasi per caso.

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“Ero al supermercato con le mie figlie per fare la spesa per il mio compleanno”, racconta Lorenzo, mentre Massimo stava “scendendo a gettare l’immondizia quando ho visto l’uomo accasciarsi a terra. Pensavo fosse caduto all’inizio, ma poi mi sono reso conto del problema”. E se n’è accorto anche Lorenzo, subito unitosi al collega (i due non si conoscevano) nel prestare le cure di primo soccorso al 65enne andato in arresto cardiaco.

“Ho chiamato il 118 mentre assieme al collega eseguivamo le manovre di rianimazione – continua l’operatore della Croce Rossa –. Poi, ho fermato un ragazzo in auto dicendogli di andare al campo sportivo per portarci l’equipaggiamento di primo soccorso”. Ma fondamentale per la buona riuscita dell’intervento è stato “il defibrillatore che si trova nella piazza della Libertà – continua Rienzi –. Quello ci ha permesso di agire in maniera più efficace, fino a quando l’uomo non si è ripreso”.

Dopo una serie di scariche, è arrivato i 118 con un’ambulanza da Zocca e l’elisoccorso di Bologna, atterrato nel campo sportivo adiacente. L’uomo, dopo la rianimazione sul posto, è stato successivamente trasportato all’ospedale Maggiore in condizioni di media gravità.

“Con il nostro intervento, a cui si è aggiunto anche un medico del posto in un secondo momento – ripercorre Massimo Ropa –, siamo riusciti a farlo riprendere, prima che venisse trasportato via”.

Al Maggiore il 65enne si trova tuttora nel reparto di cardiologia e non in quello di rianimazione, non avendo riportato a seguito dell’arresto cardiaco danni neurologici. “È una grandissima soddisfazione – affermano all’unisono i due infermieri – essere riusciti a salvargli la vita. Speriamo che le sue condizioni non si aggravino di nuovo. Averlo salvato ci riempirebbe di orgoglio”.

Non è stata solo “la fortunata presenza dei due sanitari” sul posto a scongiurare il peggio, ma anche la disponibilità del defibrillatore nella piazza, “che ha permesso agli infermieri di intervenire efficacemente sul paziente”. Questa l’opinione di Federico Semeraro, anestesista rianimatore dell’ospedale Maggiore e presidente dell’European Resuscitation Council, che aggiunge: “Quest’uomo di 65 anni potrebbe essere stato salvato dal sistema, nel più classico esempio di come vada trattato positivamente un paziente in arresto cardiaco, dal primo all’ultimo momento”.

Il 65enne infatti ora è sveglio e stabile dopo che “tutti gli step del soccorso si sono incolonnati a dovere – continua Semeraro –. Il caso è stato che ci fossero due infermieri nei paraggi, ma per il resto è stata l’efficacia di Bologna come città cardioprotetta e la pronta disponibilità di un defibrillatore a fare la definitiva differenza. Se tutti i pazienti venissero gestiti così non ci sarebbe sempre bisogno del rianimatore a fianco del cardiologo, poiché se presi in carico tempestivamente è molto meno probabile che arresti cardiaci provochino problemi al sistema nervoso”. Un obiettivo che rientra nel “percorso nato con la recente legge di sitema per la diffusione e l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni”, conclude Semeraro.

Fonte Il Resto del Carlino online

 

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Articolo di Il Resto del Carlino

Articolo di Bologna Today