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“Paese di burro”: la canzone dell’infermiere di Bazzano per riflettere sulla pandemia

Ho scritto questa canzone mentre ero in casa da solo e pensavo al momento che stavo vivendo: surreale, io positivo al covid, il mio ospedale a un passo dalla chiusura per i troppi colleghi costretti a casa dalla malattia ed io che pur in discreta salute..non potevo fare niente. Assistevo impotente al mio mondo che si scioglieva come burro. Ho costruito il mio nuovo mondo cambiato in quei giorni con nuove figure che nel mio mondo avrebbero dovuto essere gli eroi che avrebbero ricostruito il mondo (il bambino..che si è fermato) e ho immaginato che fosse un vecchio saggio a raccontarmi questa storia.. di chi cerca la sfida.. e chi ama la sorte. Nel periodo di Febbraio andammo in studio a Registrare Paese di burro, perché dopo quasi un anno nel cassetto e con la situazione pandemica ancora pesante si pensava fosse un dovere.

Il messaggio che voglio dare non è solo un momento di riflessione sul passato ma anche un stimolo per ripartire con fiducia soprattutto con l’emozione di un testo e di una musica eseguita live con musicisti che amano la musica. Per questo pensammo di fissare il giorno in studio. Un’esigenza anche per il fatto di far capire che anche la musica fatta dai musicisti deve rimettersi in moto (anche con le mascherine) rispettando il distanziamento. Poi il brano ha emozionato anche l’AUSL di Bologna che ha deciso di utilizzare il brano per sensibilizzare il lavoro del pronto soccorso di Bazzano e comunque di tutto il settore ospedaliero in questo anno terribile. Per questo nei giorni successivi abbiamo cercato come in un’opera di un basso rilievo, di rendere scultoreo il brano attraverso le immagini del pronto soccorso. Il video vuole mandare un messaggio molto chiaro e di speranza. Riflettere su come questo paese si sciolga facilmente ma di come il sistema sanitario sia sempre pronto a reagire nonostante tutto.

Fonte: SkyTG24