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Al S.Orsola un trapianto ‘a cuore fermo’, il primo in Emilia-Romagna

Al S.Orsola un trapianto ‘a cuore fermo’, il primo in Emilia-Romagna

Al S.Orsola un trapianto ‘a cuore fermo’, il primo in Emilia-Romagna
| sabato 16 Gennaio 2016

(Dire) Venerdi scorso al Policlinico Sant’Orsola di Bologna sono stati realizzati i primi due trapianti a cuore fermo in regione. Ad essere trapiantati sono stati due reni donati dai familiari di un paziente deceduto per arresto cardiaco.

“Si apre così una nuova frontiera per la nostra regione- sottolinea il direttore sanitario, Anselmo Campagna– resa possibile grazie all’organizzazione del lavoro dei professionisti e alle altissime tecnologie garantiti dal nostro Policlinico”. La donazione degli organi, infatti, solitamente avviene a cuore battente dopo l’accertamento della morte cerebrale del paziente. Quando sopraggiunge invece la morte per arresto cardiaco gli organi rischiano di andare incontro a un rapido deterioramento. Dopo le procedure di accertamento del decesso, spiegano dalla struttura sanitaria, è necessario pertanto perfondere nuovamente gli organi con una particolare attrezzatura per la circolazione extracorporea.

santorsolabolognaLa donazione a cuore fermo avviene da tempo in alcuni paesi del Nord Europa, mentre in Italia il primo intervento di questo genere è stato condotto a Pavia. Le donazioni finora effettuate hanno riguardato principalmente reni, ma anche fegato e in due casi i polmoni, organi che si deteriorano più facilmente. Il Sant’Orsola è stato il primo centro in Emilia-Romagna a realizzare una donazione a cuore fermo. Il donatore era stato trasferito per una grave insufficienza respiratoria da un altro ospedale al policlinico bolognese, centro di riferimento regionale per l’Ecmo, la tecnica di circolazione extracorporea utilizzata in ambito di rianimazione. Le cure che gli sono state prestate nel nuovo Polo cardio-toraco-vascolare non sono state purtroppo sufficienti a salvargli la vita. Dopo il decesso, avvenuto nella tarda serata di ieri, grazie alla sensibilità dimostrata dalla famiglia che ha dato l’assenso, è stato possibile procedere con la donazione e il trapianto dei due reni.

La donazione e i trapianti, coordinati dal Centro riferimento trapianti diretto da Gabriela Sangiorgi, sono stati realizzati dall’equipe di Chirurgia d’urgenza e dei trapianti diretta da Antonio Pinna e hanno coinvolto l’Anestesia e la Rianimazione diretta da Guido Frascaroli, il servizio di Immunoematologia di Andrea Bontadini e quella del Maggiore di Parma, la Radiologia diretta da Maurizio Zompatori, la Microbiologia di Paola Landini, la Diagnostica istopatologica di Antonietta D’Errico e la Nefrologia diretta da Gaetano La Manna.

Fonte: Agenzia Dire

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