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Le infezioni in Italia fanno più vittime degli incidenti stradali

Le infezioni in Italia fanno più vittime degli incidenti stradali

Le infezioni in Italia fanno più vittime degli incidenti stradali
| sabato 19 Novembre 2016

L’AMCLI (l’Associazione Microbiologi Clinici Italiani) ha affermato nell’ambito  della giornata europea sugli antibiotici che annualmente in Italia  vengono registrate 500.000 infezioni ospedaliere responsabili di più di 5.000 morti. Gli incidenti stradali fanno registrare dati sui decessi molto inferiori, nel solo 2014 ne sono stati registrati 3.381 ad esempio.

L’AMCLI ha sostenuto il proprio impegno al fine di valorizzare e sostenere ulteriormente le pratiche della microbiologia attualmente usate.

Pierangelo Clerici – Presidente AMCLI – ha ribadito in una intervista “un maggior ricorso alla diagnosi e alla medicina di laboratorio preventiva, è in grado di definire su dati certi il trattamento antibiotico più efficace in base al profilo del paziente e dell’infezione in atto”. Per combattere il trend in aumento continuo di infezioni e decessi vengono individuate due discriminanti: una maggiore cultura e una maggiore appropriatezza nell’uso e nella somministrazione di terapie antibiotiche in pazienti che ne abbiano reale necessità.
L’AMCLI sottolinea che “l’antibiotico resistenza, ossia la capacità dei batteri di evolversi rendendosi sempre più resistenti ai trattamenti antibiotici, è molto più veloce dell’industria farmaceutica nella ricerca di nuove molecole”, tant’è che a dimostrazione di quanto dichiarato il team di Microbiologia dell’Ospedale careggi di Firenze, coordinato dal Dott. Gian Maria Rossolini, è stato identificato un ceppo di Enterobacter Cloacae ultraresistente agli antibiotici.

Inoltre i batteri ultraresistenti stanno prendendo piede anche al di fuori degli ambienti ospedalieri.
Da uno studio effettuato su base nazionale a cura di AMCLI e ancora in fase di pubblicazione, è risultato che RSA e Centri di Assistenza sono sempre più frequentemente i luoghi di colonizzazione di pericolosi microorganismi correlati a gravi infezioni. Si stima che circa l’8% delle Klebsielle isolate in pazienti non ricoverati sia resistente alla maggior parte degli antibiotici, compresi i Carbapenemi.

Articolo di Laura Berti 

Fonte: http://www.ansa.it/

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