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L’industria alimentare “gluten-free” raddoppia in due anni

L’industria alimentare “gluten-free” raddoppia in due anni

L’industria alimentare “gluten-free” raddoppia in due anni
| sabato 14 Maggio 2016

L’industria alimentare “gluten-free” è più che raddoppiata in due anni (+136% da 2013 a 2015), questo grazie al boom di persone che scelgono per sé e per i propri figli la dieta senza glutine pur non avendo una diagnosi di celiachia (grave intolleranza al glutine che è la parte proteica del grano); ma attenzione, non sono affatto pochi i rischi – specie per i bambini – di un’alimentazione senza glutine fai-da-te non motivata da diagnosi certa di allergia.

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L’allarme arriva da un editoriale pubblicato su The Journal of Pediatrics e firmato da Norelle Reilly, della Columbia University. Reilly spiega che i genitori, preoccupati per la salute dei propri figli, scelgono una dieta senza glutine, credendo sia un’alternativa alimentare sana ma senza chiedere un parere medico.

L’esperta, continua dicendo che la dieta senza glutine, se è l’unico modo efficace oggi per gestire i pazienti con celiachia, non è invece una condotta alimentare scevra da rischi per i non celiaci.

Reilly sottolinea che può portare a gravi carenze nutrizionali pericolose specie in età pediatrica, ed anche ad aumentato apporto di grassi e calorie.

Vi sono tanti falsi miti che favoriscono il boom del senza glutine: ad esempio che la proteina del grano sia tossica, ma non è dimostrato; oppure che i parenti di persone con celiachia è meglio che mangino senza glutine – anche questo è falso, come pure priva di fondamento è l’idea che i bebè a rischio di celiachia debbano mangiare senza glutine sin dallo svezzamento.

FONTE ANSA

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