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In Italia 7.000 talassemici, la metà in Sardegna-Sicilia. E’ emergenza sangue

In Italia 7.000 talassemici, la metà in Sardegna-Sicilia. E’ emergenza sangue

In Italia 7.000 talassemici, la metà in Sardegna-Sicilia. E’ emergenza sangue
| martedì 4 Luglio 2017

sangue_donatori-300x225(DIRE) ROMA – Si stima che in Italia ci siano circa 7mila pazienti talassemici, di cui quasi metà in Sicilia e Sardegna. Circa il 10% del sangue donato serve per le loro terapie. “Nelle regioni Sicilia e Sardegna si stanno registrando preoccupanti situazioni per quanto attiene la raccolta sangue, con manifestazioni delle associazioni dei pazienti malati di talassemia, per i quali le trasfusioni rappresentano una terapia salvavita“. È l’allarme lanciato dal Centro nazionale Sangue (Cns) a tutte le Regioni per venire incontro a queste “gravissime carenze“.

IL PRONTO INTERVENTO DELLE MARCHE

Il sistema trasfusionale delle Marche, forte della collaborazione tra il dipartimento regionale e l’Associazione donatori, ha immediatamente raccolto questo grido di allarme e a tal fine, la dottoressa Maria Antonietta Lupi, direttrice del dipartimento regionale di Medicina Trasfusionale (Dirmt), insieme con il presidente regionale dell’Avis Marche, Massimo Lauri, e la dottoressa Giovanna Salvoni, responsabile del Crs Marche, in accordo con tutte le Avis provinciali, hanno sentito il dovere di contribuire per risolvere “questa grave emergenza”. Concretamente è stato concordato di incrementare il numero delle chiamate e le liste di prenotazione dei donatori con orari di apertura più flessibili prevedendo anche sedute straordinarie sia nelle sedi pubbliche che nelle sedi associative.

L’APPELLO DEL CENTRO NAZIONALE SANGUE: “DARE PIU’ FLESSIBILITA’ A DONATORI”

“E’ importante che tutte le Regioni cerchino di contribuire il più possibile al sistema di compensazione nazionale- dice Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del Centro nazionale Sangue- che garantisce l’autosufficienza e che incrementino la raccolta. Per questo si fa appello alla sensibilità delle Regioni affinché seguano l’esempio delle Marche, anche consentendo alle strutture trasfusionali una maggiore flessibilità nei giorni e negli orari di apertura in modo da venire maggiormente incontro alle esigenze dei donatori”.

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