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A Bologna il primo Check Point di comunità per prevenire l’Aids

A Bologna il primo Check Point di comunità per prevenire l’Aids

A Bologna il primo Check Point di comunità per prevenire l’Aids
| lunedì 2 Novembre 2015

Un’opportunità importante per raggiungere persone che hanno più difficoltà ad avvicinarsi ai Servizi.
Il BLQ-Bologna Check Point, aperto da giugno 2015, è una struttura non sanitaria dedicata alla comunità Lgbt (termine per esprimere la comunità di persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender) per promuovere la salute sessuale e dove è possibile fare il test HIV in modo rapido, anonimo e sicuro per tutto l’anno.

Il Check Point si trova in via San Carlo 42/c a Bologna, in un appartamento messo a disposizione dal Comune di Bologna, ed è gestito dall’associazione Plus (Persone Lgbt Sieropositive Onlus) affiancata dagli infermieri dell’Azienda Usl nell’esecuzione dei test e nella presa in carico sanitaria delle persone che risultassero positive.

Il centro è un progetto previsto nel Piano regionale della prevenzione per facilitare la diagnosi precoce e anticipare la presa in carico delle persone rispetto al rischio di Hiv/Aids.

Che cos’è il Check Point

ll Check Point di Bologna è un centro gestito da pari (i volontari dell’associazione Plus). Progetti sperimentali o pilota come questo sono attivi da anni in Europa (Svizzera, Francia, Spagna, Portogallo, Danimarca, Serbia, Grecia) e anche oltre oceano (Canada) grazie all’apporto essenziale delle associazioni, le cui risorse e capacità possono essere più agevolmente mirate alle necessità della popolazione di riferimento di quanto non sia possibile fare con gli strumenti istituzionali o tradizionali.

Il Check Point si propone come centro di promozione della cultura della prevenzione e ha l’obiettivo di aumentare l’offerta del test Hiv, attraverso l’utilizzo di esami rapidi a prelievo capillare.
Inoltre, ciò che l’esperienza di realtà europee come quella di Barcellona insegna, è che la possibilità di accedere al test per Hiv, o per altre malattie a trasmissione sessuale, in modo anonimo, preceduto e seguito da counselling e supporto emozionale a prescindere dall’esito, è la strada più efficace per contenere la diffusione delle malattie.

 

Fonte: sito web Assessorato alla Salute Regione Emilia Romagna

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