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Infermieri, “esodo” in Inghilterra

Infermieri, “esodo” in Inghilterra

Infermieri, “esodo” in Inghilterra
| martedì 15 Dicembre 2015

Un vero e proprio esodo: è questo l’allarme lanciato dal Fatto Quotidiano on line in un recente articolo (link) che evidenzia la silenziosa migrazione degli infermieri italiani verso l’estero, ed in particolare in Inghilterra. Sono oltre 2500, infatti gli infermieri che negli ultimi tre anni hanno deciso di raggiungere il Regno Unito. Un incremento di oltre il 70% rispetto al recente passato. A cui si sommano quelli che hanno scelto la Germania, l’Olanda, il Belgio, la Nuova Zelanda e Stati Uniti.

E se inizialmente dietro alla scelta di emigrare c’era il “piacere” della cosiddetta generazione “Erasmus”, quella affascinata dall’idea di fare un’esperienza lavorativa all’estero. oggi partire è diventato un obbligo.

 

Concorsi pubblici, 15mila persone per due posti

Per ogni bando da uno o due posti vengono presentate migliaia di domande, con evidenti difficoltà per la gestione del concorso. “Spesso è necessario fare una preselezione“, spiega a ilfattoquotidiano.it Francesca Gallone, infermiera che gestisce la pagina Facebook “Concorsi infermieri? No problem”, in cui aiuta i colleghi più giovani a compilare le domande di concorso. Chi riesce a superare questa fase può partecipare alla selezione vera e propria, ma “a volte i concorsi vengono revocati a causa delle troppe domande, che implicano costi di gestione molto alti”, aggiunge.

“In Italia la nostra professione è bistrattata da tutti” – A parlare è Claudio Torbinio, infermiere di 50 anni e direttore della testata The Daily Nurse. “Siamo un blog di informazione sanitaria a 360 gradi – racconta – e in questi anni di lavoro ci siamo resi conto che in Italia c’è una spasmodica ricerca di lavoro“. Ma gli infermieri, neolaureati e non, non lamentano solo la mancanza di occupazione: “In Italia esistono solo i medici – sottolinea Torbinio -, poi se gli altri sono uscieri, portantini o infermieri non importa”. E se le generazioni precedenti sopportavano in silenzio, “i laureati di oggi non sono più disposti ad accettare questa condizione”.

 

Fonte articolo: sito web Il Fatto Quotidiano.it

 

 

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