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Al Pertini di Roma congelati ovociti a paziente oncologica 19enne

Al Pertini di Roma congelati ovociti a paziente oncologica 19enne

Al Pertini di Roma congelati ovociti a paziente oncologica 19enne
| sabato 23 Luglio 2016

“La paziente aveva una patologia neoplastica che non permetteva il congelamento del tessuto ovarico, cosa su cui sono organizzati all’Ifo, quindi c’e’ stato un congelamento degli ovociti che e’ una tecnica molto piu’ routinaria e anche meno invasiva. L’abbiamo trattata e abbiamo quindi recuperato gli ovociti a questa giovane ragazza di 19 anni. Da questo punto di vista era una situazione ideale”.

Cosi’ il dottor Rocco Rago, direttore dell’Unita’ operativa di Fisiopatologia della riproduzione dell’ospedale ”Sandro Pertini” di Roma, intervistato dall’agenzia Dire in merito al primo intervento di preservazione della fertilita’ in una giovane donna affetta da tumore, effettuato presso il Centro di sterilita’ dell’ospedale in collaborazione con l’Istituto nazionale Tumori ”Regina Elena” della Capitale.

“È una ragazza molto giovane- spiega Rago- e questo ha fatto si’ che pur non essendoci un protocollo d’intesa ancora ratificato su questo aspetto, abbiamo comunque deciso di intervenire. È andata molto bene, la ragazza adesso sta svolgendo le sue fisiologiche terapie. Quello che c’e’ di nuovo e’ che si tratta di una procedura che per la prima volta nel Lazio si e’ svolta in un’attivita’ pubblica”.

Il professor racconta poi che al Pertini ci sono “gia’ in trattamento altre due pazienti, per cui la mia idea- sottolinea- e’ quella di creare un polo funzionale di riferimento nella nostra regione che copra l’intero percorso di preservazione della fertilita’: abbiamo la Banca del seme al Policlinico Umberto I, la Banca del tessuto ovarico all’Ifo e la Banca degli ovociti, anche per una futura procreazione medicalmente assistita, al Pertini”.

Secondo il direttore dell’Unita’ operativa di Fisiopatologia della riproduzione dell’ospedale Pertini, questo potrebbe essere “un triangolo positivo per cui la Regione Lazio potrebbe rappresentare un modello di riferimento nel panorama nazionale. Si tratta di un progetto tra l’altro anche aziendale: stiamo infatti organizzando anche una serie di attivita’ in questo senso con la Asl Roma 2, promotrice a tutti gli effetti di iniziative nel senso della preservazione della fertilita’ nelle donne oncologiche. Tutti coloro che vorranno collaborare sono ben accetti. Il percorso e’ iniziato- conclude Rago- e noi lo continueremo sicuramente”. (Cds/ Dire)

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