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Ancona. La prima sonda robotizzata che “brucia” il tumore ma salva la prostata

Ancona. La prima sonda robotizzata che “brucia” il tumore ma salva la prostata

Ancona. La prima sonda robotizzata che “brucia” il tumore ma salva la prostata
| venerdì 22 Luglio 2016

(DIRE) Roma, 22 lug. – Una sonda robotizzata ad altissima precisione che emette ultrasuoni in grado di aumentare la temperatura delle cellule maligne fino a “bruciare” anche i piu’ piccoli focolai tumorali.

E’ l’innovativa apparecchiatura di ultima generazione in funzione all’Irccs Inrca – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per Anziani di Ancona, con cui vengono eseguiti i primi interventi in Italia di terapia focale localizzata contro il cancro alla prostata.

L’apparecchiatura “Focal One” e’ stata presentata venerdi’ 22 luglio alla presenza del presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, di Giampaolo Giampaoli, Fondazione Cariverona e della direzione strategica dell’Inrca.

Unica sul panorama nazionale, unisce la tecnologia a ultrasuoni focalizzati ad alta intensita” Hifu- High Intensive Focused Ultrasound- impiegati nella cura di diversi tipi di carcinomi, a un sofisticato sistema di puntamento che permette di salvaguardare i tessuti sani. L’acquisto, del valore di 1 milione e 155 mila euro, e’ stato possibile grazie al finanziamento del Ministero della Salute per un importo pari a 400 mila euro, di Regione Marche e Fondazione Cariverona con 200 mila euro ciascuno.

“Le tecnologie in sanita’ oggi sono fondamentali. Per questo motivo- spiega il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli- si va verso le concentrazioni, verso i centri di alta specializzazione. Poter contare su macchine come questa oggi presentata, che riesce ad attaccare il tumore, lasciando intatto il tessuto attorno, con basso impatto in termini di invadenza, significa offrire sicurezza, qualita’, un alto livello di risposta e un buon servizio per i nostri cittadini. È un’esigenza che va seguita in ogni settore, particolarmente in quello sanitario, dove occorre concentrare le risorse per avere risultati di qualita”.

Lo possiamo garantire grazie all’Inrca che e’ veramente una realta’ straordinaria, in quanto si occupa del tema dei temi, quello dell’anziano, che oggi e’ al centro dell”attivita’ sanitaria. Poterlo fare con queste modalita” tecnologiche, con queste garanzie di qualita’ e con questa collaborazione, significa dare tanta sicurezza ai nostri cittadini”. Cosi’ in un comunicato l”Irccs Inrca Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani di Ancona.

“Il macchinario- spiega Marco Dellabella, direttore dell’Unita’ operativa di urologia Inrca- rappresenta un’evoluzione rispetto alle tecniche tradizionali perche’ il solo a consentire l’accurata selezione delle cellule malate”. Il sistema di puntamento si avvale di un software specifico per la fusione di immagini che integra in tempo reale i risultati dell’ecografia 3D, rilevati dalla sonda, con quelli della Risonanza magnetica multiparametrica.

“Finora la terapia focale nel cancro alla prostata aveva dei limiti dovuti all’affidabilita’ del mappaggio- chiarisce Dellabella- mentre ora si interviene con un livello di precisione mai raggiunto prima, con notevoli vantaggi dal punto di vista della qualita’ della vita del paziente, minimizzando effetti collaterali come incontinenza e impotenza”.

Il sistema garantisce infatti una straordinaria accuratezza di intervento e un notevole passo in avanti nel trattamento, che si contraddistingue per essere minimamente invasivo. La sonda robotica opera minuscole incisioni cilindriche, in gergo “sigari”, del diametro di 1.7 mm e lunghe 5, le piu’ piccole consentite dalla tecnologia attuale. Permette inoltre di pianificare direttamente dal monitor le aree su cui intervenire, tramite la semplice selezione con il mouse.

“Il trattamento parziale- conclude il primario- rappresenta un nuovo approccio scientifico e culturale nella cura della neoplasia prostatica, a meta’ tra protocolli di sorveglianza attiva, che comportano alti livelli di stress per il paziente a causa dei numerosi controlli nel tempo, e interventi piu’ pesanti, come l’asportazione totale della ghiandola”.

“Una risposta concreta- commenta Fabrizia Lattanzio, direttore scientifico- agli obiettivi clinici della ricerca, orientata verso terapie che garantiscano risultati duraturi e tempi di ospedalizzazione ridotti”. Il ricovero infatti e’ brevissimo, dalle 24 alle 72 ore. Gia’ oggi, piu’ dell”85% dei pazienti sottoposti a terapia Hifu non presenta una ripresa della malattia e solo il 10% e” rioperato. La totalita’ non ha problemi di incontinenza o di potenza erettile ad un anno dal trattamento. Risultati destinati a migliorare, grazie ai nuovi macchinari Hifu. DIRE

 

 

 

 

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L’innovativa apparecchiatura in funzione all’Irccs Inrca di Ancona. Foto tratta dal sito http://www.insalutenews.it/

 

 

 

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Foto tratta dal sito http://www.insalutenews.it/

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