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Andrea Mezzetti (GIETT): “Uscire dalla vicenda 118 con chiarezza”

Andrea Mezzetti (GIETT): “Uscire dalla vicenda 118 con chiarezza”

Andrea Mezzetti (GIETT): “Uscire dalla vicenda 118 con chiarezza”
| lunedì 14 Marzo 2016

Nei giorni in cui riesplode la polemica sulla sospensione dei 4 medici del 118 colpevoli di aver avallato procedure che prevedevano competenze infermieristiche nell’emergenza territoriale, sono tante le manifestazioni di solidarietà nei confronti dei medici coinvolti.

Tra queste vi è quella di Andrea Mezzetti, stimato collega e profondo conoscitore del Sistema 118. Abbiamo deciso di intervistarlo.

 

andrea

 

Andrea, siamo stati molto colpiti dal tuo “tweet” nei giorni “caldi” del #noisiamopronti durante il mese di novembre scorso. Oggi, dopo la “sentenza” emessa dall’ordine dei medici di Bologna, hai espresso piena solidarietà ai Colleghi a nome del GIETT 118.

Ci puoi raccontare brevemente la tua storia e quella del gruppo GIETT?

Sono infermiere dal 1989 e da prima di esserlo ero gia’ in Aniarti … Nel 1988 ho visitato il 118 di Bologna sono rimasto entusiasta. Una fierezza che mi accompagna ancora adesso. Dalla terapia intensiva son passato all’Universita’ e poi al 118 nel 2000. In quegli anni quando si parlava del 118 di Bologna si usava dire, da noi, che ci si metteva sull’attenti a parlare di questi colleghi.

Ecco la sintesi del vissuto mio e non solo. In questi anni invece li ho sentiti via via amareggiati e nel confronto con la Toscana stavamo recuperando qualche passo di arretratezza che all’inizio avevamo. Quasi due anni fa nasce il GIETT (gruppo infermieri emergenza territoriale toscana). Un gruppo informale che si e’ messo a disposizione dei collegi pur cercando di mantenere una propria autonomia. Eravamo nella fase di discussione del riordino dei 118 toscani e volevamo dire la nostra. Un gruppo informale che ha affiancato i collegi IPASVI nella battaglia che ha visto anche un ricorso al TAR, poi ritirato. Abbiamo spuntato poche ma importati cose nella nuova norma. Avevamo in obiettivo anche quello di strutturarci meglio come gruppo professionale in area specifica. In questo periodo purtroppo, per tanti motivi, il gruppo e’ un po’ silente, ma questa vicenda bolognese certamente ha riacceso gli animi.

2) Come giudichi i fatti accaduti? Qual’è a tuo parere il “clima” sulla vicenda vista dalla Toscana?

I fatti accaduti hanno un giudizio duplice. Oltre alla condanna del modo comportarsi, da elefante in cristalleria, ed alla relativa solidarieta’ per tutti i coinvolti, in molti c’e’ l’auspicio ed anche la speranza che da questa vicenda si esca finalmente con chiarezzasperanza che da questa vicenda si esca finalmente con chiarezza. Particolarmente rispetto all’ambulanza infermieristica. Un’esperienza che reputiamo fondamentale per il servizio di emergenza e un’esperienza di forte impatto sui professionisti che la praticano. Da sempre, in Toscana, ha vissuto luci e ombre. Osteggiata e vezzeggiata dalla sera alla mattina. In balia dei venti del momento. Riteniamo che sia l’ora di far chiarezza e dal nostro punto di vista non puo’ esser diverso dall’inserimento nei livelli assistenziali, diffusa su tutto il territorio regionale. Gia’, perche’ in Toscana questa esperienza e’ presente solo in alcune parti.

Proprio in questi giorni il 118 di Firenze sta’ presentando i nuovi protocolli infermieristici e una volta diffusi sara’ un passo avanti per uno dei 118 piu grandi del centro italia. Il vissuto generale nel servizio sembra in una fase di attesa degli sviluppi. In qualche modo ciascuno e’ in attesa che venga deciso cosa si vorra’ fare. Alcuni, tra cui il GIETT, pensa che a questa attesa debba corrispondere un’attivazione propositiva per far avverare una serie di auspici che riguardano l’agire professionale, ma anche direttamente la resa del servizio di emergenza.

 

Competenze specialistiche. Il “movimento” #noisiamopronti, promosso dal Collegio IPASVI di Bologna durante le vicende del novembre scorso (incriminazione dei medici da parte dell’Ordine) ritrova oggi nuova linfa e si struttura all’interno di un gruppo Facebook dedicato. In pochi giorni conta 14.000 iscritti che dichiarano a gran voce #noisiamopronti. Pronti per le competenze specialistiche, pronti per sostenere il cambiamento. Pronti per lavorare in equipe.

Qual’è la tua idea?

L’hashtag e’ quanto mai azzeccato e le riflessioni a cui mi spinge, cosi’ di getto, sono un paio:

Noi siamo pronti, da tempo! Nella vicenda dell’ambulanza infermieristica si deve dire che l’esperienza del servizio e’ pluridecennale. Non nasce adesso con i nuovi protocolli. Se ritengono che siamo pericolosi … ebbene consultiamo i dati. Chi ha paura del confronto? Non si puo’ definire un servizio pericoloso per il cittadino o insicuro solo per speculazione politica e la solita demagogia. Siamo quindi pronti ad un confronto serio, retrospettivo, su criteri e indicatori che puo’ definire la comunita’ scientifica multiprofessionale. Se i dati mostreranno che siamo pericolosi saremo i primi a voler rimettere tutto in discussione, se come ritengo, non lo sara’ dimostrato (ed anzi potremmo dire il contrario), allora una volta e per tutte si taccia questa demagogia. Noi siamo pronti a giocarci anche il tutto per tutto. Noi siamo la categoria che non ha niente da perdere.

L’altra considerazione verso i numeri crescenti che l’hashtag richiama riguarda invece la responsabilità. Migliaia di iscritti tanta passione … adesso canalizzarla in senso positivo, capitalizzare questo risultato e non frustare tanti colleghi richiedera’ un impegno che credo debba andare oltre Bologna. Vengo dall’epoca del mansionario ed allora la categoria era tutta protesa verso la stagione che ha portato alle nuove normative per l’esercizio professionale. Da allora, fino ad adesso, non si era visto un movimento di tanti colleghi. Ma questa e’ l’epoca dei “social media” … Pero’ voglio stimolare anche all’attenzione. Le frustrazioni ed i mancati riconoscimenti, ai quali purtroppo siamo abituati, scavano nelle persone sensazioni negative che si ripercuotono negativamente molto a lungo.

 

4) Siamo tutti in attesa che il Ministero decida sulle sanzioni comminate a i medici. La decisione avrà serie ricadute sul Sistema?

Auspico di si. Anche se dobbiamo stare attenti al rischio che le competenze avanzate, o quelle che io definisco semplicemente competenze acquisite ed esperite da tempo, siano “sdoganate” solo per certi settori o solo per l’emergenza sanitaria. Sarebbe un errore per l’intera categoria professionale.

D’altra parte, come indicavo precedentemente, e’ l’ora di far chiarezza a livello nazionale. L’infermieristica ha mostrato chi e’ e come si pone nei confronti dei propri assistiti ormai da molto tempo. Il riconoscimento dei livelli di capacita’ raggiunti non serviranno solo ad un auspicato miglioramento contrattuale, ma si riverberano immediatamente nella qualita’ del servizio offerto ai nostri assistiti. La politica lo scrive in qualche angolino delle norme generali, ma noi siamo convinti che l’infermieristica e l’avanzamento delle capacita’ degli infermieri siano la chiave di volta per passare ad un servizio sanitario moderno, piu’ efficace e snello.

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