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Apneee notturne, attenzione,  causa di incidenti stradali

Apneee notturne, attenzione, causa di incidenti stradali

Apneee notturne, attenzione,  causa di incidenti stradali
| martedì 6 Dicembre 2016

E’ tra le principali cause di incidenti stradali e infortuni sul lavoro ed è stata definita “epidemia silente”.Si tratta della  sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Osas), malattia respiratoria nel sonno causata da ricorrenti episodi di ostruzione completa o parziale delle alte vie respiratorie, secondo una recente ricerca di un’equipe italiana, provoca oltre 17.300 incidenti stradali, con più di 250 morti e 12.200 feriti. Non bisogna dimenticare gli enormi costi socio-sanitari calcolati in circa 2.900.000.000 euro l’anno tra costi sanitari e indiretti.

Si parla poco di questa malattia che è facilmente diagnosticabile e curabile e ha una prevalenza ed un impatto socio-sanitario simile al diabete, nonostante quest’anno sia stato approvato un decreto legge che obbliga a valutare l’idoneità psicofisica alla guida per chi soffre delle forme medio-gravi di questa malattia, e nel caso sospendere la patente se non è curata adeguatamente.

Di questa”epidemia silente” si è parlato alla convention medica ItaliaSonno 2016, il 3 dicembre a Roma, organizzata dalla pneumologa Loreta di Michele e dal neurologo Sergio Garbarino, alla quale interverrà il popolare attore Lino Banfi. Banfi già nel suo libro presentato a settembre ha voluto raccontare la sua difficile esperienza con questa malattia, diagnosticata in tarda età in modo fortuito e la guarigione che gli ha cambiato la vita. Garbarino conclude dicendo che sono ancora troppo pochi i pazienti con OSAS diagnosticati, mentre le ultime stime dicono che questa malattia interessa alcuni milioni di italiani e necessita di un approccio specialistico multidisciplinare. Inoltre aggiunge che con ItaliaSonno si sono prefissati l’obiettivo di stimolare a studiare e realizzare un percorso universitario in Medicina del Sonno obbligatorio nei corsi di laurea di Medicina e Chirurgia che ancora non esiste in Italia.

Di Carlotta Pasquali

FONTE ANSA

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