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Arriva l’influenza più aggressiva: a rischio 5 milioni

Arriva l’influenza più aggressiva: a rischio 5 milioni

Arriva l’influenza più aggressiva: a rischio 5 milioni
| sabato 24 Dicembre 2016

Per ora ne ha messi a letto mezzo milione ma da qui a fine febbraio l’influenza avrà colpito almeno 5 milioni di italiani, che se a maggior rischio di complicazioni hanno tempo fino al 31 dicembre per mettersi al riparo dall’epidemia senza dover pagare il vaccino.

Le previsioni sono dell’Istituto superiore di sanità (Iss) che giorno per giorno monitora l’andamento del virus che quest’anno non solo colpirà un maggior numero di persone ma che rischia di fare più male del solito perché maggiormente aggressivo. I virus A/Hong Kong (H3N2) e B/Brisbane contengono infatti piccole mutazioni che predispongono a una maggiore circolazione dell’influenza. Questo perché né i bambini, né le persone a rischio che solitamente si vaccinano possiedono gli anticorpi che fungono da barriera.

 

Ecco perché l’influenza quest’anno sarà più forte del solito virus

 I sintomi sono più o meno i soliti: infezioni alla vie respiratorie, con tosse e mal di gola, febbre anche alta, mal di testa e dolori alla articolazioni. Tutte cose che la passata stagione hanno fatto passare in media sei giorni a letto a chi è stato colpito dall’influenza. Ma che ogni anno, secondo stime dell’Iss, provocano la morte di ottomila persone, soprattutto anziani, per le complicazioni, come polmonite e broncopolmonite. Per non parlare delle giornate di lavoro perse. Nella passata stagione in media sono stati sei i giorni passati a letto, ma quest’anno potrebbe andar peggio vista la maggiore aggressività del virus. Lo scorso anno l’Università di Milano ha calcolato una spesa di un miliardo di euro per ogni milione di influenzati. Come dire che se le previsioni sono giuste quest’anno se ne andranno al vento 5 miliardi di euro.

 

Influenza e vaccini, i consigli degli esperti per l’inverno

 Per questo, ma soprattutto per evitare complicazioni che mettano a repentaglio chi ha una salute non proprio di ferro, i medici di famiglia della Fimmg, la Federazione che li rappresenta, hanno iniziato già ad ottobre una campagna di comunicazione per convincere la popolazione a rischio ad immunizzarsi. Invito esteso anche alle presone sane, di età compresa tra i 50 e i 60 anni, che a causa delle mutazioni del virus sono quest’anno più esposte, non avendo gli anticorpi per combatterlo. Un pressing che qualche buon risultato lo ha ottenuto perché i dati raccolti dalla Fimmg dicono che oltre il 50% degli ultrasessantacinquenni si è vaccinato mentre la copertura tra i malati cronici, anche loro a maggior rischio di complicanze, è stata del 20%. Complessivamente, nonostante le bufale anti-vaccini che spopolano nel Web, si è avuto un aumento del 10% della popolazione immunizzata, con oltre il 25% di anziani vaccinati anche contro la polmonite, sempre in agguato quando l’influenza colpisce persone di una certa età, ricorda Federazione dei medici di famiglia. Resta il fatto che in molti sono ancora esposti al virus e tempo ne è rimasto poco. A fine mese le Regioni diranno stop alla campagna di vaccinazione gratuita per le persone a rischio, con l’eccezione del Lazio, dove si andrà avanti anche per tutto gennaio.

«Considerando che la chiusura natalizia delle scuole rallenterà per un po’ la diffusione del virus, il picco di influenzati è prevedibile per fine gennaio, primi di febbraio», afferma il Segretario nazionale della Fimmg, Vincenzo Scotti. Che invita chi non lo ha ancora fatto a vaccinarsi prima possibile, «dato che il vaccino impiega circa due settimane prima di garantire una efficace copertura».

Fino al 31 dicembre il vaccino sarà somministrato gratuitamente dai medici di famiglia a chi ha più di 65 anni, a malati cronici, immunodepressi e cardiopatici. Terminata la campagna vaccinale delle Regioni anche gli esenti dovranno pagare. Ma i dottori invitano a fare presto anche chi esente dal pagamento non è, ricordando che di solito il 10% di chi è colpito dall’influenza ha complicanze, che tra questi un altro 10% finisce in ospedale e che uno su cento non ce la fa. Rischi che sarebbe bene non correre.

FONTE LA STAMPA

 

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