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Arsenico nel riso. Ridurre l’apporto nei bambini

Arsenico nel riso. Ridurre l’apporto nei bambini

Arsenico nel riso. Ridurre l’apporto nei bambini
| lunedì 2 Maggio 2016

Uno studio su ‘Jama Pediatrics’, condotto dalla Dartmouth College School of Medicine rivela che il riso, uno dei prodotti più consigliati dai pediatri ai genitori per l’alimentazione dei bimbi, finisce sul banco degli imputati per le forti concentrazioni di arsenico riscontrare nelle urine dei bambini che hanno consumato prevalentemente questo creale o i suoi derivati. L’agenzia di controllo americana,Food and Drug Administration (Fda), afferma che l’esposizione a lungo termine all’arsenico (elemento naturale delle terreno ma usato anche nei pesticidi e mangimi, che il riso assorbe più facilmente di altre colture) è collegata con più alti tassi di tumori della pelle, della vescica, del polmone e l’esposizione del feto all’arsenico è stata collegata ad effetti sul sistema immunitario e sullo sviluppo neurologico. La Fda, visti questi potenziali pericoli legati all’assunzione di arsenico con l’alimentazione, ha pubblicato un avvertimento che raccomanda ai genitori di considerare altre opzioni oltre al riso come primo cibo solido per un bambino. Sono stati monitorati 759 piccoli nati tra il 2011 e il 2014, l’80% ha introdotto il riso nella dieta del figlio nel primo anno di vita mentre il 64% di questi bambini ha iniziato tra il quarto e il sesto mese. Gli scienziati, osservano che il loro studio, dimostra che il consumo di riso aumenta l’esposizione dei neonati all’arsenico più di quanto raccomandato dall’Oms per questa fascia di popolazione.

Secondo i ricercatori, per ridurre il rischio, sarebbe opportuno prediligere il riso bianco, in quanto, il riso integrale contiene l’80% in più di arsenico rispetto a quella qualità bianca, perché la sostanza chimica si accumula nello strato esterno del vegetale che durante la lavorazione per ottenere il riso bianco viene eliminata. Il riso basmati bianco dell’India, Pakistan e della California contiene le dosi più basse. Lo studio suggerisce, un’alternativa per l’alimentazione dei bambini, prediligere alcuni cereali ricchi di ferro come l’avena, l’orzo e il grano.

FONTE ADNKRONOS

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