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“Attirano i bambini”, l’Emilia Romagna vieta le slot ‘con biglietto’

“Attirano i bambini”, l’Emilia Romagna vieta le slot ‘con biglietto’

“Attirano i bambini”, l’Emilia Romagna vieta le slot ‘con biglietto’
| giovedì 22 Dicembre 2016

slot_machine01BOLOGNA – Altro passo in Regione contro il gioco d’azzardo. Dopo la messa al bando delle slot machine da tutti gli spazi affidati dalla Regione ad associazioni, circoli e centri sociali, arriva il divieto ai minori delle cosiddette “ticket redemption”, le macchinette che distribuiscono premi utilizzabili anche dai bambini.

Non più in Emilia-Romagna però: con un emendamento alla legge contro il gioco d’azzardo patologico presentato dalla consigliere democratiche Valentina Ravaioli e Lia Montalti l’Assemblea legislativa ha vietato ai minori questi apparecchi.

“Il divieto per i minori di utilizzare le cosiddette ‘ticket redemption’- afferma Ravaioli- rappresenta un altro passo in avanti nel contrasto all’azzardo patologico e rafforza l’azione intrapresa già da anni dalla Regione Emilia-Romagna”. Presenti in molti locali pubblici, questi apparecchi “sono attivabili con moneta o altri strumenti di pagamento e distribuiscono tagliandi per ottenere premi, coinvolgendo facilmente e sempre più spesso i bambini e avvicinandoli pericolosamente al mondo delle slot e alla cultura del ‘vincere facile’”.

La lotta alla dipendenza al gioco d’azzardo “parte da qui, dalla prevenzione per i più piccoli“. Il divieto di queste macchinette era stato chiesto anche dal Movimento 5 stelle. “Il Pd, pur respingendo il nostro emendamento, ne ha presentato un altro fotocopia che ha poi approvato”, sottolinea il consigliere Andrea Bertani.

“Siccome il nostro interesse non è quello di piazzare delle bandierine politiche sui singoli provvedimenti, ci fa piacere che il nostro lavoro sia servito a far accorgere al Pd dell’esistenza di questo problema. Per noi- conclude Berani- si tratta di un altro piccolo tassello inserito nella lotta al gioco d’azzardo patologico e alla difesa dei più deboli di cui andare fieri, nonostante senza un apparente motivo, la nostra proposta sia stata bocciata e ripresentata dalla maggioranza”.
 DIRE

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