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Gioco d’azzardo, la “febbre” non conosce età. I nonni più a richio

Gioco d’azzardo, la “febbre” non conosce età. I nonni più a richio

Gioco d’azzardo, la “febbre” non conosce età. I nonni più a richio
| venerdì 10 Giugno 2016

Essere saggi ed anziani a volte non basta per non cadere nella trappola della dipendenza da gioco d’azzardo.

Sembra proprio che perdere il controllo sul comportamento di gioco d’azzardo non abbia eta’, e a nulla valgono conoscenze antiche. Questa fase della vita e’ spesso caratterizzata dalla perdita di ruoli sociali tradizionali: non piu’ lavoratori, non piu’ genitori, non piu’ mariti, mogli puo’ favorire vissuti di isolamento, solitudine, depressione. Il gioco d’azzardo puo’ cominciare ad essere praticato per creare socialita’, per alleviare questi vissuti oppure una occasione per provare emozioni e divertimento.

Anche “avercela fatta nella vita” puo’ non essere sufficiente. Peculiarita’ del gioco d”azzardo tra gli anziani sono la disponibilita’ di denaro certo (derivante da pensione, rendite, risparmi derivanti dalla vita lavorativa); la maggior disponibilita’ di tempo libero in una eta’ in cui si gode ancora di buona salute; minori responsabilita’ familiari in quanto i figli sono ormai indipendenti; necessita’ di uscire di casa e socializzare; gli anziani sono attratti per lo piu’ da giochi di intrattenimento passivo (es. macchinette, Gratta e Vinci, lotterie, bingo) presenti ovunque nel territorio.

E i cambiamenti neurobiologici associati all’invecchiamento (es. demenza senile) possono rappresentare fattori di rischio ulteriori (es. sottovalutare i danni, ridotta memoria, ecc.).

Da una indagine pubblicata nel 2013 da Fipac Confesercenti, in Italia il 23,7% delle persone tra i 65 e 75 anni ha un problema di gioco problematico o patologico. La spesa media di ciascun giocatore risulta pari a 266 euro/mese. A confermare questa premessa c’e’ il fatto che in questi mesi, da gennaio 2016, si sono rivolte allo Sportello Gioco d’Azzardo Problematico del”Associazione And – Azzardo e Nuove Dipendenze numerose persone over 65, che hanno sviluppato in poco tempo un problema con il gioco d’azzardo, o sono venuti i loro familiari.

“Nipoti preoccupati per i loro nonni o le loro nonne, figli adulti che non riconoscono piu’ il proprio papa’ o la propria mamma, quei genitori che li hanno cresciuti facendoli diventare quelli che sono oggi, ”gran lavoratori” che superata la soglia della pensione hanno perso la propria identita’ lavorativa”, afferma l”associazione.

Si sono ritrovate a sostare per un tempo lungo in quei luoghi dove dopo aver bevuto un caffe’ puoi giocare il resto alle macchinette, o usarlo per acquistare un gratta e vinci o giocare ogni cinque minuti al 10 e lotto.”Ma il tempo inesorabilmente trascorre – sottolinea ”And -, e i soldi investiti non sono piu’ solo il resto del caffe’; spesso viene giocata tutta la pensione.

Attivita’, il gioco d”azzardo, che erode liquidazioni e mensili, nonche’ i soldi accumulati in quarant’anni di lavoro”. La presenza e il lavoro di rete svolto dal’Associazione And in collaborazione con i comuni del territorio in questo ultimo decennio ha permesso a chi convive tra le mura domestiche con il dramma della dipendenza da gioco d’azzardo, di vincere il senso di solitudine e vergogna e di chiedere aiuto.

Le famiglie, anche quelle di persone anziane, sono state accolte e possono ancora riferirsi alle sedi storiche di Cassano Magnago, Albizzate e Lonate Pozzolo, ma anche nei nuovi punti di contatto Morazzone, Gallarate, Gorla Maggiore, Ispra, Taino, Vergiate, Casorate Sempione, Cardano al Campo e Somma Lombardo, tutti Comuni aderenti con Buguggiate (Ente Capofila) al progetto “CoordinANDoci contro l’Overdose da Gioco d’Azzardo”.

Affermano i promotori: “Lo Sportello e” rivolto ai giocatori eccessivi e/o ai loro familiari che possono trovarvi personale psico-socio-legale esperto, in grado di orientarli favorendo l’accesso ai servizi di cura presenti sul territorio, oltre che a garantire, al bisogno, prestazioni legali gratuite finalizzate alla tutela e all’analisi e ricostruzione del debito familiare. Allo Sportello si possono riferire anche gli operatori sociali comunali e del privato sociale dei Distretti di Gallarate, Azzate, Sesto Calende, Somma Lombardo e Valle Olona, per avere consulenze telefoniche in modo da indirizzare al meglio i loro utenti con questo problema, o semplicemente per avere un confronto sulle situazioni che potrebbero presentarsi ai loro uffici. L’accesso e’ anonimo e gratuito”. (www.redattoresociale.it)

Foto in copertina: www.mondoallarovescia.com/un-pensionato-su-quattro-si-gioca-la-pensione/

 

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