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La maternità modifica la struttura del cervello delle donne

La maternità modifica la struttura del cervello delle donne

La maternità modifica la struttura del cervello delle donne
| mercoledì 21 Dicembre 2016

La maternità rimodella il cervello delle donne, modificando le aree della corteccia cerebrale cruciali per l’accudimento del bambino. Queste alterazioni strutturali, generate dagli ormoni, sono ancora presenti a distanza di due anni dal parto e permettono perfino di prevedere l’attaccamento della madre al figlio. Lo dimostra il primo studio del genere condotto sulle persone invece che sugli animali di laboratorio, pubblicato su Nature Neuroscience dai ricercatori dell’Università autonoma di Barcellona.

«Questa scoperta – sottolinea il coordinatore dello studio, Oscar Vilarroya – indica l’esistenza di un processo adattativo che punta a migliorare la capacità di percepire i bisogni del bambino, ad esempio comprendendo le sue emozioni. Inoltre, ci fornisce alcune indicazioni fondamentali riguardo le basi neurali della maternità, della salute mentale nel periodo perinatale e, più in generale, della plasticità del cervello».

Le alterazioni cerebrali scatenate dalla gravidanza, infatti, «riflettono almeno in parte un meccanismo di “potatura” dei neuroni che avviene anche nell’adolescenza, quando le connessioni neurali più deboli vengono eliminate per potenziare altre reti nervose più efficienti e specializzate», spiega Elseline Hoekzema, co-autrice dello studio. I ricercatori hanno osservato questo fenomeno nel cervello sottoponendo a risonanza magnetica 25 donne prima e dopo la loro prima gravidanza. Le immagini sono state poi confrontate con quelle ottenute da 19 loro partner, oltre che con quelle di 20 donne e 17 uomini senza figli.

Dai risultati è emerso che la maternità rimodella il volume della materia grigia in alcune regioni del cervello che si `accendono´ quando la madre vede il figlio e che sono coinvolte nella capacità di attribuire stati mentali (pensieri, sentimenti e intenzioni) a sé stessi e agli altri. Queste alterazioni non comportano alcun deficit cognitivo, anzi, servono proprio ad aumentare la specializzazione nell’accudimento del piccolo: dalla loro osservazione è possibile dire con certezza se una donna è mamma, riuscendo a prevedere l’attaccamento al figlio nel periodo post-partum.

 FONTE LA STAMPA

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