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Linee guida per il colesterolo cattivo

Linee guida per il colesterolo cattivo

Linee guida per il colesterolo cattivo
| martedì 7 Giugno 2016

Sono state presentate al congresso dell’Anmco, l’associazione dei cardiologi ospedalieri, le linee guida sul colesterolo ‘cattivo’, il principale fattore di rischio cardiovascolare, elaborate da 16 società scientifiche, di concerto con l’Istituto Superiore di Sanità.

Gli esperti avvertono che l’ipercolesterolemia, alti livelli di colesterolo Ldl, quello ‘cattivo’, pesa sui costi sanitari per oltre un miliardo di euro, di cui soltanto le ospedalizzazioni rappresentano il 96%, il restante 4% per farmaci e assistenza specialistica. Sono 2,5 milioni gli italiani che ne soffrono, dai 35 ai 79 anni. Questi numeri , anche per il presidente Michele Gulizia, devono ridimensionarsi anche grazie alle nuove Linee Guida e un nuovo standard ufficiale al quale bisogna conformarsi; il tutto contenuto in un documento di consenso, sottoscritto da altre 16 società scientifiche di cardiologia, medicina interna, medicina generale, farmacologia, biochimica e biologia chimica e molecolare, e soprattutto condiviso dall’Istituto superiore della sanità italiano.

Gulizia, afferma che si tratta di un evento storico, cioè il primo documento congiunto e multidisciplinare che intende rivoluzionare il modo di fare medicina contro l’ipercolesterolemia, offrendo finalmente una visione univoca su come vanno trattati i pazienti i funzione del proprio profilo di rischio cardiovascolare.

Le linee guida- inviate anche al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e all’Aifa – regolano in maniera incontrovertibile come ci si deve comportare con un paziente con il colesterolo alto e sanciscono qual è il percorso diagnostico-terapeutico del paziente, anche in relazione a nuovi parametri che non includono un valore massimo ma un valore di riferimento tarato sulle caratteristiche e la condizione di salute del paziente stesso. Tutto ciò è stato fatto per prevenire un infarto al cuore o un ictus cerebrale in chi non li ha avuti e per evitare una recidiva in chi ne ha sofferto.

FONTE ANSA

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