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L’UE autorizza terapia con Zalmoxis contro leucemie

L’UE autorizza terapia con Zalmoxis contro leucemie

L’UE autorizza terapia con Zalmoxis contro leucemie
| martedì 23 Agosto 2016

La Commissione Europea ha autorizzato l’immissione condizionata in commercio per Zalmoxis, un nuovo farmaco per terapie avanzate (ATMP) raccomandato come terapia aggiuntiva, o add on, nel trattamento di pazienti adulti sottoposti a trapianto aploidentico di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) per vari tipi di cancro del sangue, per favorire la ricostituzione immunitaria e ridurre il rischio di malattia del trapianto contro l’ospite.

Secondo stime recenti, sono circa 1300 i pazienti con neoplasie ematologiche che si sottopongono ogni anno a trapianto aplo-identico, con un incremento annuo del 30%. Circa 11.000 invece i pazienti affetti da tali patologie che potrebbero ricorrere ad un trapianto.

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La terapia cellulare aveva avuto il via libera il 24 giugno scorso dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) che ha raccomandato il rilascio di un’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata nell’Unione Europea (UE).

I pazienti sottoposti a trapianto aploidentico ricevono cellule staminali ematopoietiche (cellule ematopoietiche non specializzate che possono svilupparsi in diversi tipi di cellule del sangue specializzate) da un donatore parzialmente compatibile per aiutare il midollo osseo a produrre cellule del sangue sane. Si ricorre a questo tipo di trapianto per curare gravi malattie del sangue, quali tumori ematologici tra cui leucemia e linfoma. I trapianti da donatori parzialmente compatibili sono più facilmente disponibili, ma comportano un rischio più elevato di malattia del trapianto contro l’ospite.

Zalmoxis si basa sull’impiego di cellule T (un tipo di cellule immunitarie) del donatore, separate dal resto delle cellule nel trapianto e geneticamente modificate per includere un “gene suicida” chiamato HSV-TK. Le cellule T sono date ai pazienti trapiantati per aiutare l’organismo a combattere le infezioni, aumentare le possibilità di successo del trapianto e favorire effetti anti-cancro di lunga durata. Le cellule T, tuttavia, possono anche causare la malattia del trapianto contro l’ospite, ma il gene suicida presente in Zalmoxis le rende sensibili al medicinale ganciclovir. Se il paziente sviluppa la malattia del trapianto contro l’ospite, pertanto, la somministrazione di ganciclovir uccide le cellule T che contengono il “gene suicida”, impedendo l’ulteriore sviluppo della malattia.

Gli effetti della terapia sono stati studiati in un trial in cui a 30 pazienti con tumore del sangue, sottoposti a trapianto aploidentico di cellule staminali ematopoietiche è stato somministrato Zalmoxis. Di questi pazienti, 23 hanno ottenuto il ripristino del proprio sistema immunitario. La malattia da trapianto contro l’ospite è insorta in dieci pazienti, a nove dei quali è stato somministrato ganciclovir: nessuno di loro è morto o ha subito effetti gravi a lungo termine da malattia del trapianto contro l’ospite.

I tassi di sopravvivenza globale dei 45 pazienti trattati con Zalmoxis (15 da un secondo trial in corso) sono stati confrontati con i tassi relativi a pazienti che hanno subito un trapianto aploidentico senza poi ricevere Zalmoxis, risultando più alti (49% di sopravvivenza dopo un anno, rispetto al 37% per i pazienti che non hanno ricevuto Zalmoxis).

Zalmoxis è stato valutato dal Comitato per le Terapie Avanzate (CAT), che ne ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata. La raccomandazione del CAT è stata considerata da parte del CHMP (Committee for Medicinal Products for Human Use dell’EMA), che ha concordato raccomandando per Zalmoxis l’approvazione condizionata, uno dei principali meccanismi dell’EMA per facilitare l’accesso precoce da parte dei pazienti ai farmaci che soddisfano esigenze mediche insoddisfatte. L’approvazione condizionata permette all’EMA di raccomandare un farmaco per l’autorizzazione all’immissione in commercio quando il beneficio della sua immediata disponibilità per i pazienti supera i rischi derivanti dalla mancanza di dati completi.

Come previsto dall’immissione in commercio condizionata, il richiedente Zalmoxis dovrà fornire i risultati di uno studio comparativo di fase III in corso, che prende in esame i tassi di sopravvivenza libera da malattia. Fino a quando mancherà la disponibilità di dati completi, per determinare se l’immissione in commercio condizionata può essere mantenuta il CAT e il CHMP esamineranno i benefici e i rischi di Zalmoxis ogni anno.

 

 

Fonti:

  1. Ansa
  2. Agenziafarmaco.gov.it

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