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Papilloma virus: crollo dell’incidenza in USA grazie al vaccino

Papilloma virus: crollo dell’incidenza in USA grazie al vaccino

Papilloma virus: crollo dell’incidenza in USA grazie al vaccino
| venerdì 6 Maggio 2016

Negli USA l’incidenza dell’Hpv e’ diminuita di due terzi grazie alla vaccinazione. Lo afferma uno studio del Cdc statunitense pubblicato sulla rivist “Pediatrics“.

Il papilloma virus, considerato tra i principali responsabili dei tumori cervicali, da oltre dieci anni, e’ oggetto di una specifica raccomandazione affinche’ si diffonda l’immunizzazione attraverso il vaccino.

Foto Author Jan Christian www.ambrotosphotography.com
Photo Jan Christian www.ambrotosphotography.com

L’analisi ha esaminato i dati sulla prevalenza del virus nelle ragazze e nelle giovani donne tra il 2003 e il 2006, anno di introduzione della raccomandazione, e tra il 2009 e il 2012.

Nella fascia tra 14 e 19 anni la presenza del virus è diminuita del 64%, mentre in quella sopra i 20, in cui il tasso di vaccinazione è molto più basso, c’è stata comunque una riduzione del 34%.

I numeri, affermano gli autori, sono addirittura migliori di quelli attesi. “Il fatto che vediamo una diminuzione maggiore di quella che aspettavamo coi tassi di vaccinazione che avevamo – scrivono – suggerisce che ci potrebbe essere qualche effetto di ‘immunità di gregge’, e che il vaccino inizia ad essere efficace anche prima di terminare la serie di iniezioni”.

 

La situazione in Italia

In Italia, invece, solo il 70% delle dodicenni aderisce alla vaccinazione contro il Papilloma Virus Umano (HPV). Tre ragazze su dieci, quindi, non sono coperte da questo strumento di prevenzione che è in grado di proteggere da una delle neoplasie più frequenti nelle giovani donne: il tumore del collo dell’utero, che nel 2015 in Italia ha fatto registrare circa 2.100 nuovi casi. Non solo.

L’HPV può causare il cancro a altre parti del corpo come vulva, vagina, pene, ano, bocca e faringe. “Esistono oltre 120 varianti dell’HPV- fa sapere l’Aiom (Associazione italiana di Oncologia Medica)- che si differenziano a seconda del tessuto che colpiscono e per la gravità degli effetti. I tipi 16 e 18 sono ad alto rischio e sono responsabili di circa il 70% di tutti i tumori del collo dell’utero e possono causare anche il cancro a vulva, vagina e ad altre parti del corpo- conclude- come ano e pene e al distretto testa-collo”.

Fonti:

Ansa, Dire

 

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