Salta al contenuto
Scatti d’ira incontrollati: potrebbe essere un’infiammazione del sangue

Scatti d’ira incontrollati: potrebbe essere un’infiammazione del sangue

Scatti d’ira incontrollati: potrebbe essere un’infiammazione del sangue
| lunedì 19 Settembre 2016

C’è una condizione chiamata Disturbo Esplosivo Intermittente (DEI o IED in inglese) che è considerata una vera e propria malattia psichiatrica. Questa condizione si caratterizza per gli episodi violenti saltuari, ma ricorrenti, dovuti all’incapacità di resistere agli impulsi aggressivi. Questi eventi sono oggetto di gravi azioni aggressive nei confronti di altre persone e che possono includere minacce verbali o fisiche, nonché il colpire o ferire. In queste situazioni spesso l’ira trova sfogo anche contro oggetti e proprietà.

Per comprendere meglio cosa possa esserci dietro a questi episodi di esplosione d’ira incontrollata, i ricercatori del Dipartimento di Psichiatria e Behavioral Neuroscience presso l’Università di Chicago hanno condotto uno studio coinvolgendo 197 volontari, e i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista JAMA Psychiatry.
L’idea dei ricercatori era quella di documentare se e quanto vi fosse un rapporto diretto tra i marcatori dell’infiammazione e le ricorrenti, problematiche, aggressività impulsive nelle persone con diagnosi di DEI, in confronto alle persone con una buona salute mentale o coloro con altri disturbi psichiatrici.

«Questi due marcatori offrono una coerente correlazione con l’aggressività e l’impulsività, ma non con altri problemi psichiatrici – ha spiegato l’autore senior dello studio, dott. Emil Coccaro – Non sappiamo ancora se sia l’infiammazione a scatenare l’aggressività o se siano i sentimenti aggressivi a scatenare l’infiammazione, ma questa è una potente indicazione che le due situazioni sono biologicamente collegate, e che è una combinazione dannosa».

I ricercatori ricordano che il DEI è un disturbo in grado di sconvolgere la vita di chi ne soffre e di chi sta accanto a loro, come famigliari, amici e colleghi. Le persone con DEI reagiscono in modo eccessivo a situazioni stressanti, spesso con ira incontrollabile e rabbia.
All’inizio è difficile discernere da ciò che è un episodio isolato, dovuto magari proprio a un momento di elevato stress, e ciò che invece è indizio di un problema di salute mentale sottostante. Ma, questo genere di problema «ha invece basi genetiche e biomediche – sottolinea Coccaro – Questa è una grave condizione di salute mentale che può e deve essere trattata».

Il DEI poi non si limita a influire in negativo sulla qualità della vita sociale di chi ne è interessato, ma può predisporre le persone ad altre malattie mentali, comprese la depressione, l’ansia, la dipendenza dall’alcol o la tossicodipendenza. A livello fisico, si è evidenziato in uno studio del 2010, vi à anche un aumentato rischio per malattie coronariche, ipertensione, ictus, diabete, artrite, ulcere, mal di testa e dolore cronico.

In questo studio, Coccaro e colleghi si sono focalizzati sui livelli ematici di due biomarcatori dell’infiammazione: la proteina C-reattiva (CRP) e l’interleuchina-6 (IL-6), ciascuna delle quali è stata associata a comportamenti aggressivi impulsivi sia nell’uomo che in modelli animali.
I ricercatori hanno misurato i livelli di CRP e IL6 in 197 soggetti volontari fisicamente sani, di cui 69 con diagnosi di DEI; 61 con disturbi psichiatrici diversi e 67 con nessun disturbo psichiatrico.

I risultati delle analisi hanno mostrato che i livelli di CRP e IL-6 erano in media superiori nei soggetti con DEI, rispetto ai soggetti con diversi problemi psichiatrici o normali. Per esempio, i livelli medi di CRP erano il doppio in coloro affetti da DEI in confronto con i volontari mentalmente sani. Entrambi i marcatori sono stati infine trovati particolarmente elevati nei soggetti che hanno avuto le più abbondanti storie di comportamenti aggressivi.
Dai risultati i ricercatori deducono che un intervento sull’infiammazione possa dunque avere effetti anche sulle reazioni aggressive dei soggetti a rischio e che «i farmaci che riducono l’infiammazione possono anche ridurre l’aggressione». Il suggerimento è pertanto quello di provare a trattare i soggetti con DEI o a rischio di svilupparlo con farmaci antinfiammatori, anche semplici come l’Aspirina, per contrastare questo tipo di disturbo.

FONTE LA STAMPA

Ordine Professioni Infermieristiche
Via Giovanna Zaccherini Alvisi, 15/B
BOLOGNA (40138)
C.F. 80152320372

Telefono: 051/393840
Fax: 051/344267

Come arrivare

Leggi la Privacy Policy e contattaci all’indirizzo Mail: rpd@fclex.it
Telefono: 051.235733