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Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale

Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale

Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale
| domenica 28 Febbraio 2016

Occhio al sale nascosto! Dal 29 febbraio al 6 marzo ricorre la settimana mondiale per la riduzione di sale promossa in Italia dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), alla quale aderiscono anche i servizi di Igiene degli Alimenti e Nutrizione dell’AUSL della Romagna per sollecitare i romagnoli a una scelta consapevole di alimenti meno ricchi di sale al momento dell’acquisto, anche attraverso la lettura dell’etichetta nutrizionale dei prodotti.

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L’obiettivo, in particolare, è quello di sensibilizzare i consumatori sulla diffusa presenza di sale nascosto, consumato in grandi quantità fin dall’infanzia. Basti pensare che il 75% del consumo di sale proviene da prodotti che acquistiamo. Diversi alimenti, naturalmente poveri in sale, subiscono, infatti, un trattamento tecnologico di trasformazione che li rende più salati. Ma in realtà, le quantità di sale che servono al nostro organismo sono assicurate dal contenuto naturalmente presente nei cibi. Leggere l’etichetta dei prodotti, ci aiuta quindi a comprendere quanto sale consumiamo ogni giorno.

Un consumo eccessivo di sale può favorire l’instaurarsi dell’ipertensione arteriosa, soprattutto nelle persone predisposte e aumentare il rischio dell’insorgere di alcune malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni. Di conseguenza, ridurre gli apporti di sale rappresenta una importante misura preventiva. Dimezzare da 10 a 5 grammi di sale (circa un cucchiaino di caffè) al giorno può ridurre del 23% il pericolo di avere un ictus e del 17% quello di avere una malattia del cuore. Eppure, molte persone diventano consapevoli del fatto che l’eccesso di sale favorisce l’aumento della pressione arteriosa soltanto una volta che l’ipertensione si sia già manifestata.

In Italia il consumo medio di sale pro-capite è di circa 10 grammi giornalieri, quantità 2 volte maggiore a quella raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (5 grammi). Diminuire la quantità di sale non è difficile, soprattutto se la riduzione avviene gradualmente. Infatti il nostro palato si adatta facilmente, ed è quindi possibile rieducarlo a cibi meno salati, senza per questo rinunciare al gusto. Basta seguire nella alimentazione di tutti i giorni alcune semplici regole: quando fai la spesa, acquista alimenti poco saliti, controlla sempre le etichette anche delle acque minerali;quando sono disponibili, scegli prodotti a basso contenuto di sale; riduci il consumo di piatti industriali, sughi già pronti o cibi in scatola; limita l’uso di condimenti contenenti sodio (dado da brodo, senape, ketchup, salsa di soia, ecc): aggiunge meno sale alle ricette ed insaporisci le portate con delle erbe aromatiche fresche, delle spezie o usando limone ed aceto. A tavola metti solo olio e aceto; non aggiungere sale nelle pappe dei tuoi bambini alimento per tutto il primo anno di vita; latte e yogurt sono una buona fonte di calcio con pochissimo sale; se mangi un panino, puoi prepararlo con alimenti a basso contenuto di sale; per gli spuntini, frutta o spremute sono una ottima alternativa agli snack salati. Nell’attività sportiva leggera reintegra con la semplice acqua i liquidi perduti. E se proprio trovate il menù insipido: solo un piccolo pizzico di sale, ma iodato.

Nelle etichette alimentari, i nomi che indicano la presenza di sale aggiunto sono: sodio (o NA), cloruro di sodio, fosfato monopodico, glutammato di sodio, citrato di sodio. Secondo le ultimi linee guida nutrizionali, per la prevenzione, si raccomanda di non superare le seguenti quantità di sale: da 1 ai 3 anni di età al massimo 2.2 grammi al giorno; dai 4 ai 6 anni non più di 3 grammi al giorno; dai 7 ai 10 anni la quantità raccomandata è al massimo 3,7 grammi al giorno; dai 10 anni in su non più di 5 grammi al giorno; dai 60 anni è bene non superare i 4 grammi al giorno.

“Più salute con meno sale nel Pane”

E’ il titolo della campagna regionale avviata nel 2014 dai Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione dell’Azienda Usl della Romagna, nell’ambito dell’accordo con le associazioni regionali dei panificatori per la produzione di pane a ridotto contenuto di sale.

Il progetto prevede corsi di formazione per operatori di settore; al termine del corso i panificatori possono scegliere se aderire o meno alla campagna, impegnandosi a produrre pane con meno sale e a promuoverne l’acquisto, non aumentando il prezzo di vendita. I panifici che aderiscono al progetto sono facilmente riconoscibili, dalla vetrofania con il logo della campagna “Pane meno sale. Più salute con meno sale”’.

Fonte: ER Salute

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