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Spesa sanitaria privata a quota 33 miliardi. E’ 1/4 di quella complessiva

Spesa sanitaria privata a quota 33 miliardi. E’ 1/4 di quella complessiva

Spesa sanitaria privata a quota 33 miliardi. E’ 1/4 di quella complessiva
| martedì 16 Agosto 2016

La spesa sanitaria privata ha raggiunto quota 33 miliardi, quasi un quarto della spesa complessiva. Ed e’ quasi tutta ”out of pocket”, cioe’ pagata direttamente dai cittadini senza l’intermediazione di fondi integrativi o assicurazioni, che attenuano il rischio di esborsi insostenibili in caso di necessita’.

Il tasso di copertura dei servizi pubblici per i 2,5 milioni di non autosufficienti non supera il 10-20%, per l’odontoiatria il 5%. Il 45% delle visite ambulatoriale e’ ”out of pocket”, cosi’ come il 40% delle prestazioni riabilitative. Il 70% delle visite ginecologiche, invece, e’ a pagamento.

 

Il Servizio Sanitario Nazionale sotto stress

Il sistema sanitario del nostro Paese, pur avendo mantenuto un ottimo posizionamento nelle classifiche internazionali, in questi anni e’ stato sottoposto a stress. Da un lato una spesa privata in costante crescita, con solo il 15% di copertura pubblica dei servizi ai 2,5 milioni di non autosufficienti e il 45% delle visite specialistiche oramai a pagamento. Dall”altro prezzi da 100mila euro a ciclo terapeutico richiesti per farmaci con solo il 16% dei costi giustificati dall”effettivo miglioramento dei pazienti. In mezzo un servizio sanitario pubblico che, nonostante le accuse di inefficienze e sprechi e pur ”dovendo fare con poco”, tiene. Come dimostrano il 68,5% dei casi di miglioramento delle performance sanitarie valutate su 92 indicatori.

L’impegno passato, presente e futuro delle aziende, secondo Ripa Di Meana, Presidente FIASO, resta quello “di garantire la tenuta del Sistema sanitario nazionale e il miglioramento delle performance relative a 92 indicatori di qualita’- ha sottolineato- mostrano che fino ad oggi ci siamo riusciti. Ma alcuni problemi si acutizzano: il personale a tempo indeterminato diminuisce, mentre le inidoneita’ raggiungono in media l’11,8%; il tasso di obsolescenza tecnologica dei nostri ospedali e’ passato dal 70% del 2009 all’80% del 2013, quello delle Asl dal 71 all’85%; le risorse della sanita’ digitale sono in costante diminuzione, eccezion fatta per lo scorso anno”. Fiaso e’ quindi in prima linea nel raccogliere la sfida del ”fare meglio con meno”, ma e’ necessario “sostituire questa visione astratta del miglioramento all’infinito quasi per inerzia, costituito da interventi che finiscono in realta’ per incidere su diritti, asset e governo del sistema”, ha concluso il presidente Ripa Di Meana. DIRE

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