L’Istituto superiore di Sanità (Iss), in occasione della Giornata mondiale di sensibilizzazione sulla Sindrome feto-alcolica ha evidenziato che molte donne, anche quando sanno di essere incinte, non smettono di bere, in particolare quando la gestazione non è programmata. In Italia è poco più del 50% il numero delle future mamme che bevono almeno due bicchieri di alcol durante la gravidanza mentre in Europa si oscilla dal 6% della Svezia all’82% dell’Irlanda.
Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Iss, spiega che le nostre stime ci dicono che in Italia il 50-60% delle donne in gravidanza continuano a bere, mantenendo le abitudini che avevano in precedenza. E’ tra i 30 e 35 anni, l’età media in cui le donne affrontano una gravidanza in Italia e si è ricavato, sulla base dei tassi di consumi alcolici in quella fascia, che non bevevano meno di due bicchieri, il doppio cioè di quello che dovrebbero evitare. Dai dati è emerso che, secondo le stime, 7 neonati su 100 subiscono l’esposizione all’alcol nel grembo materno. Scafato, prosegue dicendo che gli effetti sul bambino, una volta nato, non si vedono subito, ma più avanti nell’età evolutiva, quando iniziano ad apparire evidenti alterazioni delle capacità cognitive e disturbi nella crescita.
I genitori notano che in attività normali i figli non sono reattivi come dovrebbero. In gravidanza, l’alcol va evitato, e se si programma di rimanere incinta, anche nella fase del concepimento. Gli organi vitali, come il cuore e il cervello infatti, si formano nei primi 10-15 giorni dal concepimento, quando ancora non si sa di essere incinta. Scafato conclude dicendo che l’alcol arriva direttamente nel cervello della madre e del feto, dove distrugge i neuroni ancora prima che si sviluppino.
Di Carlotta Pasquali
FONTE ANSA