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Disabilità. Parlare con termini giusti: Carta Deontologica per giornalisti

Disabilità. Parlare con termini giusti: Carta Deontologica per giornalisti

Disabilità. Parlare con termini giusti: Carta Deontologica per giornalisti
| lunedì 10 Aprile 2017

Basta con pietismo, buonismo o sensazionalismo: il linguaggio deve essere accorto e rispettoso dei diritti e della dignita’ delle persone, non discriminante. Hanno aderito a questa proposta Odg Abruzzo, Unitalsi, Comunita’ di Capodarco, Rete Sole e Sanita’ Informazione (RED.SOC.)

ROMA – Pietismo, buonismo o sensazionalismo, in barba al rispetto della dignita’ della persona. Fiaba e Ordine dei giornalisti dell’Abruzzo convergono nella necessita’ di rivedere la deontologia del giornalista sul tema della disabilita’, e a seguito del Seminario di formazione avvenuto ad Avezzano venerdi scorso hanno stilato una proposta.

Hanno partecipato Stefano Pallotta, presidente Odg Abruzzo, Giuseppe Trieste, presidente di FIaba e Nicola Stacchietti, ufficio stampa Fiaba, promotore della “Carta Deontologica delle PRM – Person with reduced mobility”.

Perifrasi come “costretto sulla sedia a rotelle” o espressioni come “menomato” o “handicappato” sono percepiti come denigratori: la parola handicap (originariamente la zavorra di piombo che serviva a livellare la differenza di peso dei fantini nelle corse di cavalli), che negli anni ’80 e’ stata accolta come innovativa e quasi liberatoria, attualmente e’ percepita come insulto (sondaggio rivista Focus, 2009).

Inoltre, l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ l’ha completamente cassata da ogni documento: l’Italia non ha ancora formalmente recepito la nuova classificazione delle disabilita’ che sostituisce la sequenza menomazione-disabilita’-handicap con funzioni corporee-attivita’ personale-partecipazione sociale. E non lo ha fatto neppure la narrazione giornalistica italiana.

Per quanto riguarda la perifrasi “costretto sulla sedia a rotelle”: la sedia per una persona con disabilita’ e’ un facilitatore, uno strumento di liberazione. E’ davvero cinico tentare di suscitare pieta’ attraverso questo strumento. Inoltre, il “Testo Unico dei Doveri del Giornalista” riporta all’articolo 6: “Il giornalista rispetta i diritti e la dignita’ delle persone malate o con disabilita’ siano esse portatrici di menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali”.

A seguito del seminario di formazione appena tenutosi ad Avezzano e della votazione favorevole dei presenti, Fiaba ha chiesto all’Odg Abruzzo di presentare le proprie istanze al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti: il Testo Unico sia epurato dall’espressione “menomazione” e si apra un tavolo per la stesura di buone pratiche nella narrazione giornalistica sul tema della disabilita’.

Hanno aderito a questa proposta Odg Abruzzo, Unitalsi, Comunita’ di Capodarco, Rete Sole e Sanita’ Informazione. (www.redattoresociale.it)

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