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Le cellule staminali? Riprogrammate con la musica

Le cellule staminali? Riprogrammate con la musica

Le cellule staminali? Riprogrammate con la musica
| lunedì 8 Maggio 2017

BOLOGNA – Alcune vibrazioni sonore, soprattutto musicali, possono guidare le cellule staminali nella rigenerazione dei tessuti. Senza bisogno di interventi chimici o trapianti cellulari. E’ la ricerca portata avanti da Carlo Ventura, docente di Biologia molecolare dell’Alma Mater di Bologna, intervenuto al convegno in Cappella Farnese organizzato da Mare termale bolognese, del Gruppo Salute più.

“L’idea di fondo- spiega Ventura, parlando alla DIRE- è che tutto nelle cellule vibri e che questa vibrazione non sia casuale, ma segua un andamento particolare.“

Dal punto di vista medico, questo può avere “ricadute notevoli”, afferma il biologo. In sostanza, si cerca di sfruttare questa capacità di vibrare delle cellule per riprogrammarle.

“Con opportune vibrazioni e campi elettromagnetici- spiega Ventura- è possibile guidare il differenziamento delle cellule staminali”. Ed essendo energia, non ci sono neanche gli eventuali problemi legati all’utilizzo di molecole chimiche.

“Siamo già in grado di orientare questa energia per riprogrammare le cellule staminali là dove sono- afferma Ventura- siamo convinti che questo sia l’inizio della medicina rigenerativa del futuro, personalizzabile e allo stesso tempo su vasta scala, ma che non richiede più il trapianto di cellule e tessuti”.

LO SPETTACOLO ‘CELL VIBRATIONS’

Per dimostrarlo, nel novembre scorso al teatro San Leonardo di Bologna è stato presentato dal vivo un esperimento-spettacolo, in prima mondiale, chiamato “Cell vibrations”, organizzato dal movimento di artisti e scienziati chiamato “Vid art science”.

Sul palcoscenico, insieme al percussionista jazz Milford Graves e all’attore Alessandro Bergonzoni, c’era anche un microscopio in grado di mostrare la vibrazione delle cellule, che ‘tremavano’ in maniera diversa a seconda dell’intensità della musica e del suono della voce umana.

A dimostrazione appunto che questa ‘melodia’ può essere convogliata sulle cellule staminali nel tentativo di riprogrammarle.

“Non sappiamo ancora bene cosa vuol dire”, ammette Ventura, se non che “le cellule rispondono con delle firme vibrazionali a qualcosa che l’arte propone”.

Dunque, afferma il biologo, “l’arte può influenzare la dinamica delle nostre cellule staminali” e per questo “è importante anche non diventare schiavi di un consumismo dell’arte e della musica”. Ma c’è di più.

“Sapere che tutto questo può essere modulato attraverso le caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua, apre prospettive senza precedenti”, sottolinea Ventura. Uno degli elementi chiave di queste vibrazioni è il cosiddetto citoscheletro, un insieme di filamenti e micro-tubi all’interno della cellula che, vibrando, emettono anche campi elettromagnetici.

“E’ quasi un circuito bioelettronico- spiega Ventura- e chi suona questa partitura di fondo sono le nostre proteine e le nostre molecole”, che funzionano come degli oscillatori. L’acqua, a sua volta, non si muove nelle cellule in maniera disorganizzata, ma utilizzando dei micro-canali presenti in ogni membrana cellulare, anche all’interno del citoscheletro. Con esperimenti molto sofisticati, si è visto che rompendo queste strutture e facendo uscire il liquido, le cellule perdono la loro capacità di vibrare. “Quindi l’acqua è anche il fondamento stesso di questo circuito bioelettronico”, sottolinea Ventura.

DIRE

 

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