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Malattie del cuore prima causa di morte, parte la campagna Lopilife

Malattie del cuore prima causa di morte, parte la campagna Lopilife

Malattie del cuore prima causa di morte, parte la campagna Lopilife
| giovedì 30 Marzo 2017

adult-1846050_960_720ROMA – “Le malattie cardiovascolari sono tuttora la prima causa di morte in Italia e nel mondo”. Lo afferma Marco Brancaleoni, medico di Medicina generale, specialista in Cardiologia, in occasione della conferenza di presentazione della campagna Lopilife, a Roma. Nutrire la salute del cuore “è importante cominciare a farlo da piccoli, ancor di più intorno ai 40 anni, con valori di colesterolo che viaggiano oltre i 200. Sono valori che portano a infiammazione cronica fino alle malattie cardiovascolari. Intervenire in forma precoce con attività fisica e abitudini alimentari è doveroso per ridurre il valore del colesterolo”.

I giovani, continua Brancaleoni, “si confermano molto sensibili all’argomento e questo non mi sorprende. Me l’aspettavo e ci speravo. Il benessere non è percepito solo come l’assenza di malattia ma a 360 gradi. Avere uno stile di vita, una alimentazione corretta da giovani, vuol dire prevenire malattie croniche”.

Nel nostro Paese ogni anno circa 75.000 persone perdono la vita a causa di malattie ischemiche del cuore. “Le malattie croniche come quelle cardiovascolari insorgono lentamente e possono passare diversi anni prima che si manifestino clinicamente: a quel punto la medicina interviene su una situazione che ormai è di malattia- ha poi aggiunto- E invece, dobbiamo imparare ad agire fin dai primi segnali di alterazione dei parametri, per ritardare l’insorgenza della patologia se non addirittura per impedire che essa si instauri”. Quando il valore del colesterolo “è sui 220 bisogna allarmarsi”, ha detto ancora Brancaleoni che ha poi sottolineato come le giovani generazioni “siano più sensibili e attente all’argomento”.

FERRI: “MANGIAMO TROPPO E MALE E NON FACCIAMO  ATTIVITÀ FISICA”

hot-dog-657039_960_720I problemi cardiovascolari degli italiani hanno due cause: cattiva alimentazione e inattività fisica. A sostenerlo Claudio Ferri, direttore divisione di Medicina Interna e Nefrologia, ospedale San Salvatore di L’Aquila, a margine della conferenza stampa di presentazione della campagna ‘Lopilife’.

“Il primo fattore di rischio è una alimentazione scorretta, mangiamo troppo e male“, ha detto Ferri spiegando che oltre all’alimentazione corretta e all’attività fisica può essere importante il ruolo degli integratori “che sono concentrati dei principi funzionali salubri, che fanno bene a colesterolemia e glicemia, che aziende serie confezionano per offrirli ai pazienti”.

Ferri ha poi fatto riferimento a quei valori del colesterolo definiti “di confine”, spiegando che “per convenzione diciamo che siamo ancora nella norma, ma nella realtà dei fatti non possiamo stare tranquilli e dobbiamo intervenire, non con farmaci ma con altre strategie: cambiare alimentazione, dedicarsi a una regolare attività fisica quotidiana e assumere un integratore alimentare”. A proposito di integratori, LopiGlik “in aggiunta a un’alimentazione adeguata e un sano stile di vita, permette di aiutare il controllo del profilo lipidico, attraverso il contributo nella normalizzazione dei livelli del colesterolo totale, del colesterolo Ldl ‘cattivo’, e anche del profilo glucidico, grazie all’azione del gelso bianco che ha un effetto favorevole sul metabolismo glucidico”.

LO CHEF MONOSILIO: “NOI SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO”

“Noi siamo quello che mangiamo. Per questo ho aderito alla campagna”. Così lo chef stellato Luciano Monosilio, a margine della conferenza stampa di presentazione di ‘Lopilife’. “Ho aderito alla campagna perché noi siamo quello che mangiamo- ha ribadito- Una sana e corretta alimentazione ci da’ un buono stile di vita ed è un ottimo valore aggiunto alla nostra vita. Anche io ho cambiato regime alimentare. Ho la possibilità di fare del buon cibo rispettando regole fondamentali. Applicando delle regole di cottura su alimenti, se ne mantengono intatti i principi nutritivi. Bisogna rispettare l’alimento con delle piccole accortezze”.

Per esempio una cottura a vapore, pentola a pressione, cottura a basse temperature. “La cucina stellata è frutto di una grande ricerca di ingredienti, di alchimie che legano i cibi e di cotture che rispettano le materie prime- ha poi aggiunto- Lavorando su tutti questi fronti, si possono creare dei piatti che soddisfino il palato e, allo stesso tempo, che siano amici del cuore. Il segreto è utilizzare ingredienti freschi e di qualità, e cucinarli con tecniche e strumenti che non ne distruggano il valore nutritivo e diminuendo l’utilizzo di grassi animali e oli vegetali saturi in favore di erbe e spezie. Da questo punto di vista, un aiuto a una sana alimentazione può venire anche dai metodi di cottura semplici e rivoluzionari, come la cottura a bassa temperatura, quella a vapore o la pentola a pressione, che permettono di mantenere inalterate le proprietà organolettiche e nutritive degli alimenti, limitando l’uso di condimento e di grassi”.

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