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Morbillo, che cos’è e come si diffonde?

Morbillo, che cos’è e come si diffonde?

Morbillo, che cos’è e come si diffonde?
| martedì 25 Aprile 2017
Source: https://www.flickr.com/photos/minnellium
Source: https://www.flickr.com/photos/minnellium

Nel 2003 in Italia è stato approvato il Piano Nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita in attuazione alle indicazioni dell’Ufficio regionale europeo dell’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) con lo scopo di eradicare entrambe le malattie entro il 2015. Mentre a settembre 2016 La Pan American Health Organization, un ente collegato con l’OMS ha dichiarato come nel continente americano il morbillo rappresenti una malattia ormai debellata, grazie a una campagna di vaccinazione di massa durata ben 22 anni, in Italia la Rete Nazionale dei Laboratori di Riferimento per il morbillo e la Rosolia (MoRoNet) ha reso noto che nei primi due mesi dell’anno 2017 sono stati segnalati 692 casi di morbillo, concentrati in Piemonte, Lombardia, Lazio e Toscana, pari a circa tutti casi segnalati nel 2016.

A fine aprile i casi sono quasi 1400.

Morbillo cos’è

Il morbillo è una malattia esantematica causata da un virus appartenente alla famiglia Paramyxoviridae, che si diffonde molto facilmente per via respiratoria quindi attraverso le secrezioni nasali e faringee ed è in assoluto una delle più facilmente trasmissibili; il virus prima di dar luogo alla malattia vera e propria ha un periodo di incubazione di circa 9-14 giorni. L’infezione inizialmente, si confonde con una banale forma di raffreddamento poiché si manifesta con starnuti, tosse secca, febbre che tende a crescere con il passare dei giorni. Accanto a questi sintomi, inizialmente compaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca, seguiti a 3-4 giorni di distanza dalla comparsa delle macchie rosse (l’esantema), piccoli puntini rosso vivo che dapprima compaiono dietro le orecchie e il viso per poi allargarsi a tutto il corpo. L’eruzione cutanea dura per 4-7 giorni e i puntini cominciano a scomparire a partire dal collo: durante questo intervallo di tempo la febbre tende a mantenersi alta, di solito intorno ai 39°C. Una volta contratto il virus, si ottiene un’immunità a vita ovvero non ci si riammala più di morbillo.

 

Complicanze

Il morbillo – nel mondo – rappresenta una delle più importanti cause di morte in età pediatrica e adolescenziale: si stima che tale malattia esantematica sia responsabile di un numero di decessi compreso fra l’1 e il 2 per 1000 delle persone colpite. Quando le difese immunitarie sono più deboli, proprio a causa della virulenza della malattia stessa, è facile che compaiano le complicanze come otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti.

 

Naturalmente le complicanze sono tanto più probabili quanto più il soggetto colpito è piccolo o malnutrito o immunocompromesso, ed è bene notare che la malattia può complicarsi più facilmente quando la si contrae in età adulta. Non esiste una terapia specifica per il morbillo: si può somministrare del paracetamolo per abbassare la febbre, qualche sciroppo per sedare la tosse o del collirio per rimediare alla congiuntivite. In caso di complicanze, invece, sono queste ultime a dover essere trattate di solito tramite ricovero ospedaliero, per scongiurare esiti più gravi.

 

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Il vaccino per il morbillo in Italia non è obbligatorio, ma è raccomandato dalle autorità sanitarie sottoforma di complesso insieme a quello per la rosolia e la parotite. La prima dose del vaccino andrebbe inoculata intorno al 12-15° mese di vita del bambino, con richiamo verso i 5-6 anni. Si tratta di un vaccino attenuato, sicuro e senza alcun effetto collaterale.

 

A tal proposito ci tiene a precisare il dottor Guido Castelli Gattinara, responsabile vaccinazioni dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma: «È scientificamente esclusa qualsiasi correlazione fra l’inoculazione del vaccino trivalente (morbillo-parotite-rosolia) e l’autismo mentre tale vaccino non è raccomandato solo per i soggetti con deficit immunitario grave o sotto terapia immunosoppressiva con antineoplastici o antirigetto, in gravidanza o se la si progetta nel mese successivo all’eventuale inoculo, mentre è raccomandato alle persone infette da HIV che non hanno ancora sviluppato l’Aids. La scelta di non vaccinare per morbillo il proprio figlio esponendolo al rischio di complicanze e morte è non solo sbagliata, ma eticamente condannabile. La recente epidemia in Romania con oltre 3000 casi di morbillo e 17 bambini morti lo dimostra in modo tragicamente evidente».

Fonte La Stampa.it

www.lastampa.it

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