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Autismo. Diagnosi guardando gli occhi di un neonato

Autismo. Diagnosi guardando gli occhi di un neonato

Autismo. Diagnosi guardando gli occhi di un neonato
| domenica 29 Maggio 2016

Uno studio coordinato da Giorgio Vallortigara dell’Università di Trento e pubblicato sulla rivista Scientific Reports ha affermato che guardando gli occhi di un neonato di pochi giorni di vita, in futuro, potrebbe divenire possibile fare una diagnosi precoce di autismo, anni prima che la malattia faccia il suo esordio.

Gli studiosi hanno confrontato le reazioni a stimoli di tipo sociale (ad esempio i movimenti di una mano) di 13 neonati di 6-10 giorni di vita a alto rischio di malattia (perché con fratelli maggiori autistici) e 16 neonati a basso rischio. Dallo studio è emersa una netta differenza tra i due gruppi: i bebè a rischio perdono subito interesse per gli stimoli sociali, il loro sguardo non è catturato a lungo da essi, mentre iI neonati a basso rischio, invece, prediligono in maniera netta gli stimoli sociali, rispetto a stimoli diversi.

Vallortigara spiega che hanno intenzione di seguire questi bambini almeno fino al compimento del loro secondo compleanno , per vedere se manifestano una qualche forma di autismo anche lieve. Questo potrebbe divenire un test predittivo precocissimo e quindi anche una via verso potenziali interventi precoci. Al momento, i risultati sono molto incoraggianti .

L’esperto conclude dicendo che allo stato attuale delle conoscenze la diagnosi e l’intervento precoce è quanto di meglio si possa fare per questi bambini . La semplicità dei test li rende di facile impiego e di basso costo per la diagnosi.

FONTE ANSA

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