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Bisturi addio: il futuro della cardiochirurgia passa da una telecamera e da una piccola incisione

Bisturi addio: il futuro della cardiochirurgia passa da una telecamera e da una piccola incisione

Bisturi addio: il futuro della cardiochirurgia passa da una telecamera e da una piccola incisione
| venerdì 16 Dicembre 2016

Bisturi e incisioni di oltre 20 centimetri sullo sterno addio. Se già da diversi anni le operazioni a carico del cuore avvengono grazie a tecniche di chirurgia mininvasiva, il futuro si chiama endoscopia cardiaca. Grazie a questo innovativo approccio la maggior parte degli interventi potrà essere effettuato utilizzando una telecamera -inserita con un taglio di soli 3 centimetri- che aiuterà il chirurgo ad eseguire operazioni sempre più precise riducendo, di fatto, i rischi dovuti ad incisioni di maggiori dimensioni. Tra i pochi ospedali in Italia a sperimentare la tecnica c’è il Centro Cardiologico Monzino di Milano dove nelle scorse settimane sono stati eseguiti con successo i primi interventi chirurgici alla valvola mitrale senza aprire il torace del paziente. A guidare le operazioni è stato il dottor Emad Al Jaber dell’U.O. di Cardiochirurgia sviluppo e innovazione diretta dal professor Gianluca Polvani.

Taglio piccolo, minori rischi

«A partire dagli anni ’60 -spiega Al Jaber- vigeva il motto “grande taglio, grande chirurgo”. Negli anni questa visione è radicalmente cambiata. Più si riduce l’invasività dell’intervento e migliori sono i risultati dal punto di vista clinico. Minori tempi di degenza, minori possibilità di ricorrere a trasfusioni e un recupero più veloce sono solo alcuni dei vantaggi della chirurgia mininvasiva».

Negli ultimi due decenni la sternotomia -l’incisione di 20 centimetri e l’apertura dello sterno per arrivare al cuore- è stata lentamente rimpiazzata da incisioni di ridotte dimensioni sul lato destro della torace del paziente. Un’evoluzione che oggi ha portato a ridurre ulteriormente l’invasività degli interventi grazie all’ausilio di strumenti come la microtelecamera. E’ l’era della chirurgia mininvasiva, una realtà d’eccellenza del nostro Paese.

Operare guardando uno schermo

«L’endoscopia cardiaca -continua Al Jaber- rappresenta un evoluzione della chirurgia mininvasiva. Se ad oggi le telecamere vengono utilizzate correntemente in modalità di parziale video-assistenza al chirurgo, con l’endoscopia tutto cambia. Ora -e lo stiamo sperimentando- è possibile entrare all’altezza del cuore una telecamera e gli strumenti endoscopici operando con un’invasività davvero ridotta al minimo ed una capacità di visualizzazione delle immagini nettamente migliore rispetto a quanto visibile dal solo occhio umano. Operiamo solamente guardando uno schermo. Il tutto con un taglio di soli 3 centimetri».

Cambiare modo di intervenire

«I cardiochirurghi hanno bisogno di un’impegnativa fase di formazione per l’applicazione dell’endoscopia, che – aggiunge Gianluca Polvani – richiede ai medici un cambio di prospettiva nel modo di pensare e di agire. La visione chirurgica infatti non è diretta, come negli interventi tradizionali che si realizzano con l’apertura del torace, ma avviene attraverso uno schermo che riporta l’immagine del cuore in tutte le sue parti. La prospettiva di un suo utile inserimento nel futuro della cardiochirurgia è assolutamente realistica».

Più del 70% degli interventi sarà per via endoscopica

Ad oggi con l’utilizzo dell’endoscopia cardiaca presso il centro milanese è stato possibile curare con successo a torace chiuso sia casi di fibrillazione atriale cronica sia problemi a carico della valvola mitrale. «Con questo approccio -che nei prossimi anni sono sicuro si estenderà ulteriormente- sarà possibile intervenire in oltre il 70% delle operazioni chirurgiche a carico del cuore fatta eccezione per le patologie dell’aorta e per le coronaropatie» conclude Al Jaber.

FONTE LA STAMPA

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