Pochi giorni fa la notizia che la Apple depositava un brevetto in grado di salvare la vita all’utente grazie all’accoppiata iPhone e Apple Watch, per mezzo di sensori dello smartwatch capaci di rilevare un infarto in corso e chiamare il pronto soccorso.
Oggi è la volta della maglietta che rileva il ritmo cardiaco, la respirazione, la temperatura corporea per comunicarlo in tempo reale a distanza.
Ciò che poteva sembrare fantascienza fino a pochi anni fa è oggi sperimentato in laboratorio con la possibilità di vederne le reali applicazioni in commercio nei prossimi anni.
Si tratta dei cosiddetti “wearable”, dispositivi capaci di rilevare parametri vitali contribuendo a prevenire attacchi di cuore, ictus, crisi ipoglicemiche.
Le “tecnologie indossabili” sono destinate a diventare sempre più parte integrante delle nostre vite, mutando in profondità lo stesso rapporto che oggi abbiamo con il nostro medico e le strutture sanitarie.
Negli Stati Uniti, la ricerca “Wearable Technology: The Future of Fit” della Boston Company Asset Management (gruppo BNY Mellon) evidenzia le possibilità delle tecnologie indossabili, capaci di incidere sulla prevenzione e sui problemi dei costi legati alle patologie quali l’obesità, l’ipertensione, il diabete.
Recentemente, l’Advanced Functional Fibers of America, (gruppo di università e imprese guidato dal Massachusetts Institute of Technology) ha vinto il finanziamento federale per una ricerca sull’associazione dei devices nell’abbigliamento.
Con i devices completamente integrati nel tessuto, le possibilità sono infinite. Attualmente, ci sono diversi prototipi per l’abbigliamento che controllano le attività come la frequenza cardiaca, il movimento e la traspirazione. Nel giro di pochi anni, abiti dell’ospedale potrebbero monitorare i segni vitali come la frequenza cardiaca e la temperatura.
In contesti non ospedalieri, una T-shirt potrebbe monitorare i livelli di glucosio nel sangue e la pressione arteriosa della persona che la indossa, aiutando a prevenire una serie di episodi di ipoglicemia o attacchi di cuore e ictus.
In altre situazioni il paziente potrebbe arrivare all’appuntamento dal proprio medico con la completa registrazione delle attività vitali dei mesi scorsi, permettendo di diagnosticare patologie ed individuare il trattamento più velocemente.
Un’altra frontiera nell’utilizzo di questi dispositivi sarà quella aziendale. Già oggi le imprese stanno moltiplicando le iniziative “wellness” per i dipendenti, magari incentivando l’adozione di un podometro per essere sicuri che i lavoratori facciano il minimo di esercizio fisico: una camminata di almeno mezz’ora.
Nel 2018 saranno ben due milioni i lavoratori che avranno addosso dei “wearable” forniti dalla loro azienda. L’intento è anche monitorare i primi sintomi dello stress, per esempio anomalie nel sonno o nel ritmo cardiaco: si tratta di informazioni estrememente utili per alcune professioni sottoposte a lavori logoranti e di alta responsabilità, come i piloti d’aereo.
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