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Il web contro il Fertility day: “Insulta chi non ha figli”

Il web contro il Fertility day: “Insulta chi non ha figli”

Il web contro il Fertility day: “Insulta chi non ha figli”
| giovedì 1 Settembre 2016

Il primo “Fertility day” si celebra il 22 settembre 2016 per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema della fertilltà e della sua protezione. La sua Istituzione è prevista dal Piano Nazionale della Fertilità per mettere a fuoco con grande enfasi, il pericolo della denatalità nel nostro Paese, la bellezza della maternità e paternità, il rischio delle malattie che impediscono di diventare genitori, l’aiuto della Medicina per le donne e per gli uomini che non riescono ad avere bambini“.

Questa la descrizione del Fertility Day sul sito del Ministero della Salute.

Se l’obiettivo della campagna era ottenere attenzione, è stato raggiunto. Ma la maggior parte delle reazioni è stata negativa.

A poche ore dal lancio della campagna pubblicitaria a sostegno dell’evento, infatti, dal web arrivano critiche da tutte le direzioni: “le donne, prima di mettere al mondo un figlio responsabilmente pensano al domani. Non c’è lavoro, come ci dice proprio oggi l’Istat: 51 mila donne hanno perso il loro impiego e altre 52 mila hanno perso le speranze di trovarne uno“. Questo uno dei tanti commenti in rete.

 

Le cartoline della discordia

Le critiche maggiori riguardano le ‘cartoline’ studiate apposta per il lancio della giornata. Una serie di immagini piuttosto esplicative, accompagnate da didascalie che non sono passate inosservate, e neanche sono piaciute, a molti utenti del web. Da La bellezza non ha età, la fertilità sì a Datti una mossa! Non aspettare la cicogna, passando per Genitori giovani.

Le locandine del Ministero della Salute
Le locandine del Ministero della Salute

 

 

Le critiche di Roberto Saviano

C’è anche quello dello scrittore Roberto Saviano tra i migliaia di tweet che stanno criticando il ‘Fertility Day’. L’hashtag è ormai top trend su Facebook, con molti commenti negativi soprattutto di donne.

“Il #fertilityday è un insulto a tutti – scrive lo scrittore, che fa anche una disamina molto critica dei manifesti pubblicati dal ministero -, a chi non riesce a procreare e a chi vorrebbe ma non ha lavoro. E il 22 mi rovinerà il compleanno”.

“In un Paese con il tasso di disoccupazione come quello italiano, dove chi ha talento, ambizioni e speranze emigra – scrive ancora Saviano – dove chi non ha la solidità economica di un famiglia che possa garantire studi e accesso alla professione, lascia il Paese, sembra una presa in giro”.

 

La replica del Ministero della Salute.

“In merito che in queste ore si sviluppa soprattutto sui social media – si legge in una nota – in relazione al Fertility Day indetto per il prossimo 22 settembre, la Direzione Comunicazione e la Direzione Prevenzione del ministero della salute precisano che, accanto a spunti di indubbio interesse per i dibattiti che avranno luogo in quella giornata in diverse città, e alle più diffuse riflessioni che auspichiamo interesseranno i cittadini a partire da quella data, si rileva una lettura dell’evento che non corrisponde allo spirito con il quale la giornata è stata istituita”.

”Lo slogan del Fertility Day e’ ‘conoscere per essere libere di scegliere’, non e’ nostra intenzione fare una campagna per la natalita’ ma fare prevenzione perche’ l’infertilita’ e’ una questione di Salute Pubblica”: il ministro della Salute Beatrice Lorenzin risponde cosi’ alle critiche venute dal web.

“L’obiettivo di questo giorno della fertilità e di tutta questa attività sulla fertilità dopo il tavolo consultivo è teso semplicemente a dare la corretta informazione ai cittadini. Punto”. E’ stupita della reazione del web Eleonora Porcu, esperta di fecondazione assistita, a capo del tavolo del ministero che si e’ occupato di elaborare il Piano del Ministro.
“Lo dico come operatore con 30 anni di lavoro – sottolinea Porcu all’Ansa- ho visto il dolore delle persone che a un certo punto cercano un figlio e non possono averlo, e spesso perchè non erano a conoscenza del funzionamento del proprio apparato riproduttivo. Se non si conosce questo problema, se non si sa ad esempio che al crescere dell’età cala la fertilità negli uomini e ancora di più nelle donne , se non si sa che le malattie sessualmente trasmissibili possono minare i nostri organi riproduttivi spesso silenziosamente (come la clamidia), se non conosciamo questo profilo fisiologico della specie umana che ha intrinsecamente una bassa fertilità e soprattutto nella parte femminile, ci esponiamo ad un dolore immenso, il dolore della sterilità, del non riuscire ad avere bambini quando li si cerca, e non si riescono ad avere, il dolore è enorme”.

 

Fonte: Ansa, Ministero della Salute

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