Arriva dalla bassa bolognese la storia che ha commosso il Parlamento. Una “storia inusuale”, come la definisce la senatrice a vita Elena Cattaneo, che l’ha raccontata mercoledì in aula a Palazzo Madama.
La storia è quella del signor Franco Fiorini da Molinella, in provincia di Bologna. Dopo una vita trascorsa per lo più in solitaria, affetto dalla poliomelite fin da bambino, ma accompagnato da migliaia di libri soprattutto di scienza e filosofia, il signor Franco si è spento all’età di 64 anni. E ha lasciato tutti i suoi averi in eredità a Cattaneo, terza donna in Italia a ricevere la carica di senatore a vita (dopo Camilla Ravera e Rita Levi Montalcini) ma soprattutto scienziata di livello internazionale, impegnata da tempo nella ricerca sulle cellule staminali.
La richiesta del signor Franco è una sola: utilizzare il suo patrimonio in favore della ricerca scientifica.
“E’ una storia commovente e impegnativa, anche solo a raccontarla”, ammette Cattaneo, che lo scorso 28 maggio ha ricevuto una lettera da parte di un notaio di Bologna, con la quale veniva messa al corrente dell’eredità.
Di suo pugno, il signor Franco aveva scritto che lasciava ogni suo bene a Cattaneo “affinché li destini, come meglio crede, alla ricerca scientifica”.
Fiorini era stato colpito dalla poliomelite all’età di nove anni, “malattia che gli aveva causato gravi problemi di deambulazione”. Ma nonostante questo, riferisce Cattaneo in aula, “grazie all’affetto e alla protezione dei genitori, era riuscito a laurearsi e ad acquisire anche una posizione dirigenziale in un’azienda della sua zona”. Come conseguenza della malattia, però, il signor Franco ha “condotto una vita piuttosto solitaria, per sua scelta”.
La casa del signor Franco “è piena di libri– sottolinea ancora la senatrice- oltre 5.000. Tanti libri di filosofia, tanti libri di scienza. Era una persona che, comunque, ha mantenuto la sua attenzione e il suo interesse sul mondo”.
Secondo Cattaneo, “colpisce davvero che un uomo affetto da poliomielite abbia deciso di pensare agli altri, alle altre malattie”.
Fiorini “non ha rivendicato una rivincita sulla sua malattia- fa notare la scienziata- ma ha lasciato questa eredità appunto per coloro che soffrono di altre malattie e per la ricerca in Italia. Colpisce anche che, nel fare questo gesto, non abbia neanche sentito la necessità di essere ringraziato o di accertarsi che il suo lascito finisse in buone mani”.
Oltretutto, non manca di sottolineare Cattaneo, “colpisce pensare che Franco probabilmente sia stato tra gli ultimi cittadini italiani ad ammalarsi di poliomielite, e colpisce pensare che sia stata solo una manciata di anni a fare la differenza tra un vaccino che, somministrato, avrebbe azzerato il rischio di malattia e un virus che lo ha colpito, portandolo a questa vita solitaria, parsimoniosa, ma sempre piena di dignità e autonoma”.
Quella del signor Franco, insomma, “è una storia inusuale- afferma Cattaneo- di un cittadino italiano, di un piccolo paese d’Italia. E’ una storia che però si incrocia con quella delle nostre grandi istituzioni, del Parlamento, ricordandoci, forse con una certa poesia, che esse sono un importante riferimento per i cittadini e ricordando anche a noi quanto dobbiamo rendere conto ai cittadini, alle persone come Franco”.
La scienziata assicura di essere già al lavoro, “nel pieno rispetto della sua volontà, per investire questo patrimonio anche di ideali e di attenzione nella ricerca pubblica italiana. Questo è un impegno cui intendo dedicarmi insieme a quanti tra voi ritengono che la scienza debba procedere libera da condizionamenti ed efficace nel raggiungere gli obiettivi di conoscenza e salute cui quotidianamente lavoriamo”.
Cattaneo ringrazia dunque il signor Franco da Molinella, “anche a nome di quei giovani ricercatori italiani che, ancora non lo sanno, ma beneficeranno della sua attenzione verso la conoscenza e dell’intensità e dell’oculatezza della sua vita”. E l’aula di Palazzo Madama accompagna con un applauso.
“La ringrazio, senatrice Cattaneo, per aver portato in quest’assemblea l’attenzione e il ricordo di una persona così importante- commenta la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli- e di aver reso onore, secondo me, alla scelta”. (DIRE)